Braschi: «Più comprensione verso gli arbitri»

FIRENZE. «Serve più comprensione nei confronti degli arbitri, non si può sempre ridurre tutto ad un dettaglio, ad un errore: deve esserci una nuova cultura». È uscito allo scoperto il designatore arbitrale della serie A Stefano Braschi che a margine della sua partecipazione a Coverciano al 6° seminario di aggiornamento per la stampa sportiva ha analizzato la situazione del campionato italiano. «Siamo alle prese con dati inquietanti e preoccupanti - sottolinea Braschi - basti pensare che nel campionato di serie A, da inizio stagione ci sono state 64 espulsioni di allenatori, e che le ammonizioni per proteste o per simulazione le ammonizioni stanno raddoppiando».
Il presidente dell’Associazione italiana arbitri Marcello Nicchi, pure lui presente a Coverciano, ammette: «I tempi non sono ancora maturi perché un arbitro possa parlare a fine partita, alla fine il rischio è sempre di concentrare tutto su un singolo episodio, in tal caso sarebbe inutile per noi intervenire».
I dirigenti arbitrali hanno poi posto l’accento su altre questioni. A partire dalle lamentele di Balotelli che si sente poco tutelato - «Io devo fare l’arbitro e tutelare i miei arbitri», risponde Braschi-, per arrivare all’attacco del presidente del Palermo Zamparini che ha definito una casta i direttori di gara - «Per principio non commento mai quello che dicono allenatori, presidenti e giocatori». E sui recenti discussi episodi come il mancato rigore a favore della Fiorentina sabato scorso per il tocco di mano di De Rossi, Braschi non ha dubbi: «L’abbiamo visto e rivisto, è una situazione molto difficile da valutare, assai complicata per la dinamica. Sfido chiunque ad aver visto subito, in tempo reale, cosa può essere successo. Mazzoleni ha avuto la sua percezione e in base a questa ha deciso. D’altronde un arbitro non ha una tv per rivedere 50 volte la scena». Quanto agli arbitri di porta Braschi ha parlato di risultati «straordinari», in quanto «la percentuale di errore da parte degli arbitri addizionali è del 2,5% come neanche le macchine riuscirebbero ad avere».
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