La Triestina inciampa a Cittadella, un punto perso in extremis
La Triestina si fa infilare a pochi minuti dalla fine da un guizzo di Diaw l termine di una partita equilibrata. Jonsson colpisce un palo nel primo tempo

Quando la Triestina sembrava certa di aver portato a casa un altro punticino, il Cittadella pesca dal cilindro l’attaccante che aspettava da tempo. Davide Diaw, pur con le polveri bagnate, si ricorda di essere stato bomber di razza e con un colpo da vera punta frustra le aspettative alabardate a una manciata di minuti dal triplice fischio. In una gara quasi fotocopia di quella di una settimana fa al Piola l’Unione stavolta torna a casa a mani vuote.
La prestazione c’è stata, la solidità non è intaccata ma la classifica resta ferma. Forse con un po’ di maggior coraggio Marino avrebbe potuto vincere questo match, senza dimenticare un paio di occasioni pesanti confezionate dal Cittadella.
Col senno del poi è facile. A volte però la compattezza non può bastare e non lo si scopre oggi come questa squadra abbia un deficit in attacco, a maggior ragone senza Vertainen. Ora l’importante sarà rimettere fieno in cascina sabato prossimo al Rocco con la Pergolettese.
Le scelte del tecnico
Il tecnico Marino non smentisce la sua propensione al cambiamento. Al Tombolato l’allenatore non corregge il modulo, con la difesa con la linea a tre ha sempre dato il meglio, ma offre un’alternativa in avanti preferendo D’Urso a Faggioli in coppia con la punta centrale Kljajic. E l’assenza di Faggioli nella prima parte di gara si farà sentire. Per il resto gli interpreti sono quelli di Novara con l’avvicendamento alla mezz’ala di Crnigoj con il più guizzante Gunduz. Gli avversari si presentano con due trequartisti alle spalle dell’esperto Castelli.
Il Cittadella deve vincere
La squadra di Iori, neoretrocessa dopo oltre un decennio in B, ha un bottino magro in classifica con la metà dei punti dell’Unione. Normale che la squadra parta con un’intensità che mette in leggera apprensione la retroguardia dell’Unione. Ma la squadra di Marino è tosta e dopo un manciata di minuti prende le misure oltre a colpire un palo dalla distanza con Jonsson. Le coperture a centrocampo funzionano nche se senza le due punte il baricentro tende ad arretrare.
Due suoi pericoli
Il Cittadella si dà una mossa nel finale di frazione. E i risultati sono evidenti anche se la pressione non è avvolgente. Prima Amatucci calcia in modo maldestro da buona posizione e poi Castelli si mangia il gol, su uscita errata degli alabardati. Il diagonale imprendibile per Matosevic finisce a lato di un soffio.
Ripresa in equilibrio
Al ritorno in campo le linee tendono ad allargarsi. Ad approfittarne per primo è Gunduz con una delle sue accelerazioni e stoccata di destro deviata da Zannellato ma il Cittadella risponde con Vita al quale risponde in due tempi Matosevic. L’Unione tuttavia arretra troppo e Marino fa una correzione.
I cambi
Finalmente, al posto di un D’Urso evanescente (da aiuto alla punta funziona meno che sulla trequarti), entra Faggioli. La manovra ne beneficia nell’immediato. Girandola anche per Iori mentre Pedicillo rileva D’Amore e Crnigoj Gunduz. L’inerzia sembra scritta anche se Iori si gioca la carta della linea anteriore a tre. E soprattutto il tecnico si affida a Diaw.
Il friulano è bravissimo al 43’ ad accomodare un rinvio lungo e a battere Matosevic: è la rete che determina l’esito del match e che interrompe la striscia positiva dell’Unione. Un cammino comunque positivo verso le premesse.
Per la prima volta i pochi tifosi giunti al Tombolato hanno dato un timido sostegno ai ragazzi. La strada per un ritorno del pubblico è ancora lunga. Anche se la squadra di Marino lo meriterebbe. A prescindere dalla sconfitta con il Cittadella.
Riproduzione riservata © Il Piccolo