Calciopoli, Palazzi all’attacco «Dall’Inter illeciti sportivi»

Durissima analisi del procuratore federale: i dirigenti nerazzurri volevano condizionare gli arbitri Ma i fatti sono già prescritti, l’inchiesta è nata prima dell’esposto della Juve sullo scudetto 2006
20060904 - MILANO - SPR - +++CALCIO: INTER; E' MORTO GIACINTO FACCHETTI +++ Una foto di archivio dell' 1 Novembre 2005 di Marco Tronchetti Provera, Massimo Moratti e Giacinto Facchetti assitono alla partita. DANIEL DAL ZENNARO / ARCHIVIO ANSA / DEF
20060904 - MILANO - SPR - +++CALCIO: INTER; E' MORTO GIACINTO FACCHETTI +++ Una foto di archivio dell' 1 Novembre 2005 di Marco Tronchetti Provera, Massimo Moratti e Giacinto Facchetti assitono alla partita. DANIEL DAL ZENNARO / ARCHIVIO ANSA / DEF

ROMA

I «regalini» per il designatore Bergamo, le telefonate frequenti e quasi sempre a ridosso delle partite e delle designazioni, la rete consolidata di rapporti. Per Stefano Palazzi, anche l’Inter commise illecito sportivo. Perché usò quei rapporti «per condizionare il settore arbitrale».

È durissima l’analisi di Stefano Palazzi, al termine della sua nuova indagine sulle intercettazioni. Tutto prescritto per Facchetti, Moratti e altri dirigenti. Ma alla prescrizione si può rinunciare per difendersi, come sottolinea lo stesso procuratore federale in un passaggio delle sue 72 pagine che inquadrano le situazioni emerse dalle nuove telefonate agli atti del processo di Napoli. C’è l’esposto Juve, la parola passa alla Federazione: come e quando è ancora da stabilire.

Ma la ferita di Calciopoli è riaperta, e in modo dolorosissimo. Palazzi, costretto a non chiedere alcun deferimento solo perchè sono passati più di quattro anni dai fatti di quella stagione infausta per il calcio italiano, non manca però di analizzare le nuove prove a sua disposizione, dirigente dopo dirigente. E la conclusione è un colpo all’immagine del club nerazzurro e a quello dello “scudetto degli onesti”: tanto più che la requisitoria del pm federale non avrà per ora seguito in alcuna aula di tribunale sportivo.

L’ex magistrato militare prestato alla Figc si difende anche dalle accuse di lentezza, ricordando di aver aperto un fascicolo ad aprile 2010 sulla base di notizie stampa prima dell’esposto Juve, e di aver potuto acquisire tutti i nuovi atti da Napoli solo nella primavera scorsa. Le intercettazioni, sottolinea, forniscono «elementi probatori consistenti». E il quadro che ne esce è quello di una «frequenza ed assiduità di contatti» tra presidenti e dirigenti arbitrali che rendono Calciopoli 2 del tutto analoga allo scandalo del 2006. Si tratta infatti di «una serie di condotte che sia pur con rilevanti diversità e variazioni di sfumatura, gradazione, intensità e connotazione, e in definitiva di gravità, appare omogenea a quelle già evidenziate dai precedenti procedimenti sportivi celebrati nell’ambito della cosiddetta Calciopoli».

L’Inter come la Juve? Non proprio, precisa il procuratore, perché il primo processo ha chiarito come il sistema Moggi e Giraudo fosse di un livello superiore, più organico, persino più scientifico. Ed è questo il motivo per il quale Calciopoli 1 segnò una discrepanza tra le richieste di Palazzi e le decisioni degli organi giudicanti: l’accusa chiese illecito sportivo per molti (art. 6), la giustizia sportiva derubricò a violazione della lealtà sportiva (art.1) per la maggior parte, eccezion fatta proprio per la Juve. E questo, nel nuovo dispositivo della procura federale, è l’unico punto a favore dell’Inter: a proposito di Giacinto Facchetti, presidente nerazzurro poi scomparso proprio a settembre di quell’anno, Palazzi parla di violazione di art. 1 e art.6, ricordando però che i giudici scelsero spesso la prima via a discapito della seconda. Tra i nuovi e vecchi dirigenti esaminati, però, l’Inter «è l’unica società nei cui confronti possano, in ipotesi, derivare concrete conseguenze sul piano sportivo, anche se in via indiretta rispetto agli esiti del procedimento disciplinare», ricorda Palazzi.

La responsabilità diretta e oggettiva si lega ai comportamenti di Giacinto Facchetti, allora presidente nerazzurro e poi scomparso nel settembre 2006, e «interlocutore privilegiato» dei designatori. Palazzi esamina le telefonate con Bergamo e Pairetto, con il vice designatore Mazzei e disegna «una fitta rete di rapporti, stabili e protratti nel tempo, fra i cui scopi emerge fra l’altro il fine di condizionare il settore arbitrale».

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