Calcioscommesse, lo scandalo si allarga: nel mirino 15 giocatori

CREMONA
Cristiano Doni parla e spiega con la sua passione per l’Atalanta la partecipazione al giro di scommesse. Anche Carlo Gervasoni (ex Piacenza e Albinoleffe) parla e nell’inchiesta entrano altri 15 giocatori di serie A e Be tre partite di A. Tutto al vaglio della magistratura.
«Ho aderito alle proposte degli scommettitori solo per la passione che mi legava alla mia squadra e la speranza di poterla portare all’obiettivo di quella stagione»: questa è la spiegazione che Cristiano Doni ha dato della sua partecipazione al giro di scommesse che hanno portato all’inchiesta della Procura di Cremona e al suo arresto. Doni ha fornito la massima collaborazione nel corso dell’interrogatorio di garanzia davanti al gip Guido Salvini che ha portato poi alla sua scarcerazione e alla concessione degli arresti domiciliari. «Io per l’Atalanta ho giocato sempre con il massimo impegno e non ho guadagnato nulla da questi fatti».
Versione diversa da quella fornita subito dopo al magistrato cremonese da Antonio Benfenati, il gestore del lido di Cervia amico di Doni, il quale ha spiegato che di fronte alla previsione fattagli dall’amico di un pareggio su Padova-Atalanta scommise e vinse 5.000 euro. «Non ha mai scommesso contro l’Atalanta, in quello che ha fatto è stato spinto dalla volontà di far tornare la sua squadra in Serie A»: la versione di Cristiano Doni è stata confermata dal suo avvocato Salvatore Pino.
Emergono altri particolari. In fibrillazione prima di comparire davanti al procuratore sportivo Stefano Palazzi, Doni non esitò a farsi una “talpa” in Lega calcio a Milano, con il suo collega Thomas Manfredini e l’ex marito di Simona Ventura, Stefano Bettarini. Si tratta, stando alle indagini, della segretaria del Giudice sportivo, Stefania Ginesio. Nelle migliaia di atti depositati nell’inchiesta, infatti, si legge che da lei i calciatori ricevevano «particolari dell’inchiesta diversamente a loro sconosciuti» e ricevevano «preziosi consigli sulla strategia da riferire ai propri legali per contrastare le accuse del procuratore».
È durato cinque ore l’interrogatorio di Carlo Gervasoni, calciatore del Piacenza ex Albinoleffe, sentito dal procuratore della Repubblica di Cremona Roberto Di Martino. Gervasoni avrebbe fatto i nomi di 15 calciatori della serie A e B (nessuno dei quali famoso), parlando anche di tre partite di serie A, due delle quali andate com’era stato concordato dagli scommettitori. Palermo-Bari 2-1; Lazio-Genoa 4-2; Lecce-Lazio 2-4: sono le tre partite “sospette” dello scorso campionato di A. Il giocatore, a quanto è stato possibile apprendere, avrebbe sostenuto che l’organizzazione avrebbe tentato di manipolare i tre incontri, corrompendo diversi giocatori. Una versione che gli investigatori devono ancora verificare, visto che finora sono emersi solo sospetti su alcune delle squadre, ma nessuna prova. Gervasoni avrebbe tra le altre cose anche confermato la stretta di mano di Doni come segnale d’accordo prima di Atalanta-Piacenza e il coinvolgimento dell’AlbinoLeffe, e ha raccontato di come gli slavi avessero deciso di realizzare i loro affari andando alla fonte, cioè acquistando direttamente delle squadre di calcio. Progetto poi non realizzato.
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