Calcioscommesse, tolti due punti al Napoli

ROMA. La sentenza della Commissione Disciplinare è arrivata di prima mattina trasformando in realtà le indiscrezioni che, come spauracchi, ne avevano agitato l’attesa: il Napoli è penalizzato di due punti (più 70mila euro di ammenda) e perde per sei mesi sia il capitano Paolo Cannavaro sia il difensore Gianluca Grava.
Di botto, il club di Mazzarri precipita a 31 punti, al quinto posto in classifica, scavalcato da Lazio e Fiorentina e con la capolista Juve ormai a 10 lunghezze.
Un verdetto ancor più difficile da accettare perchè non è maturato sul campo ma emesso dall’organo di primo grado presieduto da Sergio Artico, nell’ambito del filone partenopeo del processo al Calcioscommesse. «Non si possono alterare irrimediabilmente i campionati in corso di svolgimento - tuona il club azzurro - Ogni eventuale decisione va presa prima che inizi un torneo o al termine dello stesso. Dalla stagione 2009-10, di tempo a disposizione ce n’è stato per poter valutare e poi decidere».
«Il Napoli ha subito danni patrimoniali, d’immagine e anche tecnico-sportivi e sono tutte ragioni di risarcimento che potranno essere prese in considerazione una volta esauriti i gradi di giustizia», assicura il legale dei campani, Mattia Grassani.
A bruciare è soprattutto che la penalizzazione arriva per la responsabilità oggettiva nei confronti dell’allora terzo portiere, Matteo Gianello (fermato 3 anni e 3 mesi), che tentò di combinare la partita con la Samp del 16 maggio 2010 cercando di coinvolgere i compagni Cannavaro e Grava, squalificati per omessa denuncia. «Se avesse avuto la percezione della serietà del modo di parlare di Gianello, Cannavaro lo avrebbe denunciato», spiega il suo avvocato Luciano Ruggiero Malagnini. I giudici, però, ritengono le dichiarazioni del portiere «pienamente credibili in quanto recepite dall’ispettore di polizia V.G. in epoca non sospetta», prima cioè dell’inizio delle indagini. Di fatto, Gianello si è trovato costretto a confermare quanto confidato al poliziotto infiltrato, negando soltanto di aver fatto il nome di Quagliarella.
Poichè Gianello non aveva mai giocato in quella stagione, il procuratore Stefano Palazzi, definendo il «caso particolare», aveva ammorbidito la sua richiesta riducendola a un solo punto (e 100mila euro). Ma i giudici, «per garantire una uniformità di giudizio e una situazione di par condicio» sono stati inflessibili e hanno applicato lo stesso metro di giudizio utilizzato finora: 2 punti per ogni illecito, come fatto anche con Sampdoria e Torino (sanzione dimezzata poi col patteggiamento). Accentuando ulteriormente la mutilazione di una classifica che paga anche per le penalizzazioni di Siena (-6) e Atalanta (-2) e che rimarrà sub judice probabilmente sino al termine del campionato, in attesa degli sviluppi dell’inchiesta cremonese che vede coinvolti anche il vice capitano della Lazio, Mauri, e l’ex Genoa Milanetto. Se i due dovessero essere deferiti dalla giustizia sportiva, per responsabilità oggettiva ne risponderebbero infatti anche i due club.
Riproduzione riservata © Il Piccolo