Coppa Davis, a Baires vince la pioggia

L’avversario, l’Argentina, era già ostico sportivamente di suo. Il pubblico, come facilmente immaginabile, bello caldo. Ma, come non bastasse, ci si è messo anche il meteo, a complicare la vita all’Italia di Coppa Davis. A Buenos Aires, dopo due giorni di grande caldo, è cambiato completamente il quadro atmosferico: vento forte e, soprattutto, pioggia per buona parte della giornata che ha costretto i protagonisti della sfida a restare negli spogliatoi più tempo del dovuto. In particolare Paolo Lorenzi e Carlos Berlocq, i primi a dover scendere in campo, che hanno dovuto fare un andirivieni tra campo e la ‘locker room’ per via della pioggia. Così l’eroe della giornata - in realtà dell’intero week-end – è stato senza alcun dubbio Steve Darcis, il belga che ha trascinato la sua squadra a una vittoria impensabile alla vigilia, in Germania, contro la Germania dei fratelli Zverev. E invece all’Arena di Francoforte è accaduto quello che soltanto in questo torneo a squadre accade: che il numero 58 del mondo superasse venerdì il n. 29 in classifica (Kohlschreiber), e ieri - nel match decisivo – niente di meno che la promessa del tennis mondiale, quell’Alexander Zverev, attualmente numero 22 ma da tutti indicato come futuro numero uno del mondo. Non va dimenticato anche che il miracolo sportivo era stato completato dalla coppia Bemelmans/De Loore, che hanno ottenuto il punto del doppio sabato, contro i due fratelloni. Darcis compirà 33 anni il prossimo mese e, nella vita tennistica, era salito alla ribalta solo una volta, nel 2013 a Wimbledon, quando ottenne lo scalpo di un signore quale Rafael Nadal addirittura al primo turno. Ma da quel giorno non ci sono stati altri exploit, ma una dignitosa, tranquilla anonima carriera agonistica. È a Francoforte che Darcis ha vissuto probabilmente l’apice del suo livello, giocando spensierato e senza pressione. Ma non c’è stato solo Belgio, comunque: se l’Australia (4-1 alla Repubblica Ceca senza Berdych), la Francia (4-1 in trasferta al Giappone privo di Nishikori), gli Stati Uniti (5-0 alla Svizzera degli assenti Federer e Wawrinka) e la Serbia (4-0 alla Russia: c’era Djokovic) hanno guadagnato i quarti di finale senza alcun patema, va raccontata la sfida tra Croazia e Spagna, caratterizzata da tanti assenti: Cilic e Karlovic da una parte, Nadal e Ferrer dall’altra. Si giocava a Osijek ed è finita male, di nuovo, per i padroni di casa. Come nella finale dell’anno scorso i croati si sono illusi e poi sono stati rimontati.
Paolo Rossi
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