Corea, la velocità prima arma

La squadra di Myung-Bo Hong non ha le stesse chances di quella del 2002 ma ha buone qualità
Di Valentino Beccari
10 Aug 2012, Cardiff, Cardiff City and County, Wales, UK --- Sungyueng Ki celebrates holding the national flag of South Korea as he wins a bronze medal after his team defeated Japan 2-0 --- Image by © Matthew Ashton/AMA/Matthew Ashton/AMA/AMA/Corbis
10 Aug 2012, Cardiff, Cardiff City and County, Wales, UK --- Sungyueng Ki celebrates holding the national flag of South Korea as he wins a bronze medal after his team defeated Japan 2-0 --- Image by © Matthew Ashton/AMA/Matthew Ashton/AMA/AMA/Corbis

La Corea fa parte della storia dei Mondiali. Non è il Brasile ma ha scritto pagine importanti. Il povero Edmondo Fabbri dovette lasciare anzitempo l’Inghilterra per colpa di un presunto odontotecnico coreano (in realtà si trattava della Corea del Nord) ma anche Giovanni Trapattoni ha trovato sulla sua strada una maledizione coreana che con la complicità dell’arbitro Byron Moreno estromise l’Italia dalla rassegna iridata del 2002.

Quella è stata la Corea migliore di sempre che, guidata da uno stratega erudito del pallone come Gus Hiddink, riuscì a eliminare squadre importanti come Portogallo e Spagna arrendendosi solo in semifinale alla Germania.

Certo, il quarto posto nel mondiale di casa rappresenta l’apice per un paese di grande tradizione calcistica. Non a caso la Corea del Sud si è qualificata per ben nove volte alla fase finale del campionato del mondo e ininterrottamente dal 1986. I coreani sono i brasiliani d’Asia ed anche il campionato interno, la K-League, è stato il primo torneo professionistico del continente asiatico essendo stato istituito nel 1983. In Sudafrica la Corea, dopo aver superato la fase a gironi, è stata fermata agli ottavi di finale dall’Uruguay.

Oggi è difficile valutare le reali possibilità della Corea in quanto l’ossatura della squadra è costituita da giocatori che partecipano a campionati asiatici, in primo luogo la lega giapponese e quindi quella coreana.

Ovviamente non mancano i giocatori d’esperienza che hanno fatto l’apprendistato in Europa tra cui Yun Sukyoung (Queens Park Rangers), Ki Sungyueng (Sunderland) e Kim Bokyung (Cardiff City).

La materia prima del calcio coreano è sicuramente la velocità che, abbinata a una buona tecnica di base, produce un gioco frenetico, sicuramente non eversivo ma capace di stravolgere gli equilibri degli avversari.

Il ct Myung-Bo Hong non è certo un ammiraglio del calcio mondiale ma la Corea ha raggiunto una maturità calcistica che le permette di esprimere tecnici preparati senza dover attingere dall’estero come avveniva fino a qualche anno fa.

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