Cori razzisti con Mandorlini capo ultras: «Ma è goliardia»
TRIESTE
La stagione del calcio deve ancora iniziare? Beh, quella degli ultras è già partita alla grande. E se il buongiorno si vede dal mattino...
La cronaca. Primo tempo. Al ritiro della Juventus gli ultras bianconeri si pigliano a coltellate tra di loro. Secondo tempo. Al raduno della Verona è addirittura l’allenatore dei gialloblu neo promossi in serie B Andrea Mandorlini a fare il capo ultrà e a scatenare gli istinti razzisti della curva dettando i cori antiterroni, codazzo - assolutamente evitabile, ma... - dei veleni dello spareggio promozione contro la Salernitana, squadra peraltro oggi scomparsa dal panorama del calcio italiano (come dire: c’è anche il... vilipendio di cadavere tra i reati commessi nella simpatica serata veronese).
Gli echi in Internet ricordano che allo stadio veronese di via Sogare, il teatro del raduno gialloblu dove già erano esposti striscioni - non proprio d’amore - dedicati al Chievo, quando ha avuto il microfono in mano Andrea Mandolini non ha perso tempo e ha subito dedicato la serata agli avversari della Salernitana, definiti, provocatoriamente pare, «leali, sportivi, simpatici». E’ così che è partito subito il coro «Salerno, Salerno, vaff...» cui l’ex tecnico anche della Triestina (una dozzina di anni fa, o giù di lì) ha fatto seguire un simpatico coretto sul tema «ti amo terrone». Il tutto - riprendono le notizie arrivate da Verona - “sotto lo sguardo divertito del sindaco Tosi e di altre autorità cittadine”, tra le quali l’assessore allo sport Sboarina.
«Ma quella canzoncina era solo goliardia, tant’è che, come si può vedere nelle immagini della serata, l’ho cantata in compagnia di Maietta e Esposito, il primo calabrese, l’altro napoletano doc» si è giustificato Mandorlini, definito dall’Ansa “sorpreso” più che “indispettito”. Del resto il tecnico viene assolto anche dal sindaco Tosi: «Credo che il tecnico Mandorlini nell’intonare il ritornello di una vecchia canzone non avesse minimamente intenzioni razziste come del resto nemmeno i numerosi giocatori originari del Sud Italia che giocano nel Verona». (g.bar.)
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