Dalle foto ai trofei: un pezzo di storia da conservare

Mini-viaggio nella sede dell’Unione tra ricordi e cimeli che si possono salvare. Bisogna fare presto
Di Ciro Esposito
Lasorte Trieste 03/07/12 - Sede Triestina, Coppe, Trofei, Foto
Lasorte Trieste 03/07/12 - Sede Triestina, Coppe, Trofei, Foto

TRIESTE. Dentro, sugli scaffali e negli angoli i trofei, una sede che sta per chiudere, una decina di persone che, una volta terminato l’inventario, resteranno senza lavoro. Fuori, il prato macilento del Rocco eredità del concerto del Boss e dall’assenza di qualcuno che se ne prenda cura. Lo stadio intitolato al paròn a ottobre compirà 20 anni. Che tristezza. L’Unione ne farà, anzi ne farebbe, 94. Altra tristezza. Perché la Triestina non c’è più. Forse nascerà un nuovo soggetto ma tutto è ancora in alto mare e non si sa da dove ripartirà.

Quello che può essere salvato sta ancora nella sede. Per la verità le coppe, i trofei e le foto, non testimoniano tutta la storia dell’Unione. Perché, come tutti ricordano, la gloriosa società è finita in un’aula di Tribunale già diciotto anni fa. E in quei mesi parecchi ricordi sono usciti dalla sede di via Roma. Ora parecchi pezzi della collezione non ci sono più. Alcuni trofei del primo dopoguerra e soprattutto la Coppa Italia di serie C qualcuno se lì è portati via appunto nel ’94.

Comunque quel che è rimasto ed è oggi custodito con scrupolo dai dipendenti e dalla curatela fallimentare è sufficiente a far venire un tuffo al cuore a chi ha vissuto per decenni sugli spalti.

Ed è proprio questo (assieme soprattutto al marchio depositato) che l’iniziativa dei tifosi sostenuta dal Piccolo vuole salvaguardare. Perché non si può salvare un’azienda calcistica ma si deve conservare e non disperdere tutto quello che centinaia di uomini e donne hanno fatto in quasi un secolo.

La rassegna fotografica è già un pezzo che potrebbe essere oggetto di un’esposizione. Tutte le squadre dagli albori fino al 2000 fanno parlare le pareti del salone principale. Sarebbe un delitto accatastarle in qualche angolo di un magazzino. Perché ogni foto, oltre a evocare vicende calcistiche più o meno positive, fa viaggiare la mente del tifoso alle proprie vicende personali legate all’epoca.

Oltre alle decine di coppe vinte dalle varie squadre del settore giovanile ci sono ancora alcuni pezzi pregiati. Nella sala dedicata alle conferenze stampa sono esposti alcuni trofei dell’epoca ’45-’50 e anche della fase pre-bellica.

Nel mezzo, tanto per fare un esempio, spunta un cimelio caro anche ai più giovani: “Us Triestina seconda classificata in serie C stagione ’88-’89” si legge nella targa. È il trofeo conquistato dall’Unione guidata da Marino Lombardo a un’inaspettata (con rimonta finale) promozione in serie B. Mezza città all’epoca si trasferì a Ferrara per l’ultimo match della stagione (vittoria con gol di Papais su punizione).

A chiudere il breve “viaggio nella storia” nella stanza presidenziale (desolatamente disabitata) è appeso il labaro storico dell’alabarda. Quello che Aletti portò con sè nel giorno della sua presentazione alla città. Doveva essere, secondo lui, il vessillo da riportare in serie A. Invece quel drappo con l’alabarda è stato disonorato.

Tutta la città si impegni affinché quella teca almeno non sia abbandonata.

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