Daniela Chmet mette Rio 2016 nel mirino

La triathleta triestina ha chiuso la stagione con il titolo tricolore nella staffetta mista a Tirrenia

TRIESTE. Dopo l'oro mondiale a squadre miste a Nancy, l'olimpionica triestina di Pechino 2008 Daniela Chmet ha chiuso la stagione 2012, dividendosi tra Palermo e Tirrenia.

A Palermo la trentratreenne giuliana si è piazzata nona nella Coppa Europa di duathlon. «Ho sofferto molto il caldo - spiega Daniela - in quanto c’erano 40 gradi». Poi spazio ai campionati italiani sprint di triathlon a Tirrenia. A livello individuale l'ex Triestina Nuoto è arrivata quarta a pochi secondi dalla terza (podio Mazzetti, Betto, Bonin). «Non sono andata a medaglia per colpa mia - afferma sportivamente la stessa Daniela -. Mi sono attardata troppo nella zona del cambio bici-corsa, perdendo quei secondi preziosi che mi hanno fatto mancare un podio alla mia portata». La rivincita, però, è arrivata immediatamente con la squadra delle Fiamme Oro nella staffetta mista. Per Chmet, Secchiero, Mazzetti e Casadei è arrivato l'oro e di conseguenza il titolo di Campioni d'Italia.

Tali risultati vanno sommati a quelli precedentemente ottenuti durante l'annata, ovvero la prima piazza ai campionati italiani a squadre di duathlon sprint a Romano di Lombardia e al campionato italiano acquathlon di Gaggiano, i successi in gare intermedie (Quinto di Treviso, Caldaro e Grado) nonchè il bronzo ai tricolori olimpici di Revine Lago. «Nonostante l'età che avanza, mi sento ancora in forma per continuare a fare l'atleta nelle Fiamme Oro - conclude Daniela Chmet -. Tanti mi chiedono se incomincerò a fare gare più lunghe, quali i doppi olimpici e i lunghi, ma non ci penso proprio. Anzi, le staffette con distanze brevi le preferisco e visto che probabilmente a Rio 2016 saranno inserite nel programma , nei prossimi ne saranno organizzate sempre di più. Sono più spettacolari e a me danno più soddisfazione. Sarò formalmente troppo vecchia per Rio, ma non si sa mai. Ho iniziato tardi il duathlon e il triathlon, perciò potrei anche arrivarci. Finchè faccio l'atleta professionista, non posso lamentarmi: mi alleno molto, ma così mi tengo in forma. Quando lavoravo come geometra - e lo sono stata per sette anni -, avevo alti e bassi anche a livello sportivo e in qualche modo dovevo sempre trovare gli stimoli giusti. Ora posso sicuramente concentrarmi e dosarmi meglio». (m.la.)

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