Di Massimo: «Mi sento pronto per fare il salto con l’Unione»

TRIESTE La nuova freccia sulla corsia sinistra dell’attacco della Triestina si chiama Alessio Di Massimo. Ventiquattro anni, nato a Sant’Omero in provincia di Teramo, dopo l’esperienza con la Primavera della Juve e quattro anni alla Sambendettese, ora l’esterno è pronto a diventare un’arma importante per l’Unione di Gautieri. Di Massimo, in quanto tempo ha deciso per la Triestina? «La trattativa è stata molto veloce, non ho avuto nemmeno un secondo di dubbio per scegliere la Triestina: la società è seria, la squadra è forte con una base già valida che si sta rafforzando, la proposta economica mi soddisfava, per cui da parte mia è stata una decisione immediata. E poi qui l’obiettivo è vincere il campionato, ed è proprio quello che voglio anch’io».
Quattro anni con la Sambenedettese non si possono dimenticare: che bilancio?
«A San Benedetto sono stato bene, ho avuto anche momenti di difficoltà, ma mi sono sempre rialzato. Sono quattro anni che valgono doppio come bagaglio di esperienza, mi hanno aiutato a crescere come giocatore e come persona».
Nelle Marche è stato ammirato ma anche criticato.
«Come sempre accade nel calcio, c’è chi mi adorava e chi non mi sopportava. L’importante da parte mia è aver dato tutto in campo. Sono anche dispiaciuto che quest’estate, dopo la fine del contratto, non mi abbiano contattato. Ma ora sono strafelice di essere qui».
Le hanno sempre riconosciuto grandi qualità ma anche discontinuità: cosa si sente di dire?
«Ma se giochi e non giochi, difficile trovare continuità. Nell’ultima stagione sono stato impiegato con più frequenza e infatti sono arrivate prestazioni migliori: mi sentivo diverso, più maturo, anche grazie all’aiuto della squadra e di mister Montero»
In precedenza, a 20 anni aveva fatto il salto dalla serie D alla Primavera della Juventus: cosa le resta di quell’esperienza?
«Beh, quando ti chiamano alla Juve è un momento incredibile, è stata una delle cose più belle della mia vita. Forse ero poco abituato a giocare lontano da casa, questo l’ho pagato ed ero un po’ giù a livello morale, ma ora sono maturato e mi sento pronto per questa nuova esperienza».
Dopo la Juve è tornato in serie C: è stata una delusione?
«Deluso no, io partivo da una Promozione fatta a 16 anni e ognuno prende quello che merita: mi è toccato tornare in C e ci sono andato, come sarei andato anche in D. Ma adesso, a 24 anni, dopo 4 anni di esperienza nella categoria, credo di essere pronto per una piazza che punta a vincere come Trieste, e a confrontarmi con giocatori davvero pazzeschi».
Tanti compagni di valore possono aiutare a crescere?
«Sì, servirà molto avere compagni di livello altissimo, gente che ha giocato in serie B e anche in A, questo stimola a dare di più, a dare sempre il massimo. Qui dare il 100 per cento potrebbe non bastare, devi dare il 110 per tenerti il posto. Sarà davvero un’esperienza bellissima».
Le sue caratteristiche?
«Sono un esterno sinistro, ma ho fatto anche la punta e l’esterno destro. Penso di avere velocità, buona tecnica, forza e grinta. Il mio piede è il destro, e il fatto che al mister piacciono gli esterni che giocano sulla fascia opposta al piede preferito, è stata una motivazione in più per venire. Ho fatto quest’anno anche parecchi assist, mentre come gol mi sono fermato a 4».
A Trieste c’è anche uno stadio che fa sognare...
«Al Rocco ci ho già giocato. È uno stadio che parla da sé, speriamo presto possa riempirsi di tifosi perché è davvero impressionante. E spero che questa avventura con la Triestina possa essere il trampolino per la mia carriera, ma anche per la città e per la piazza». —
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