Ferentino corsara Trieste è settima

Finisce 90-70 per i ciociari, sempre padroni del match
Di Matteo Contessa
Foto Bruni 04.01.15 Pallacanestro Gold Lega 2: Trieste-Ferentino--Prandin e Dalmasson
Foto Bruni 04.01.15 Pallacanestro Gold Lega 2: Trieste-Ferentino--Prandin e Dalmasson

TRIESTE. La Fmc Ferentino fa valere la sua forza e la mentalità della grande squadra e ottiene al PalaRubini quello che voleva: la vittoria (90-70 il finale per i ciociari) che le consente di andare a giocare le Final six di Coppa Italia. Voleva vincere e per non rischiare ha subito preso il comando del match in maniera chiara e inequivocabile, con 30 punti segnati già nel primo quarto e un vantaggio salito in doppia cifra dopo neanche 8’ di gioco. Ha potuto farlo, però, perchè dall’altra parte ha trovato una Pallacanestro Trieste inadeguata a sbarrarle la strada. Il primo punto di debolezza sono stati i lunghi Candussi e Marini: avrebbero dovuto provare a limitare i due temuti Thomas e Biligha, sono stati praticamente nulli, costringendo Dalmasson a toglierli subito dalla partita e chiedendo lavoro supplementare in difesa a Holloway e Tonut, le uniche due punte spendibili in avanti. Candussi, in realtà, ha chiesto il cambio a metà del primo quarto in preda a conati di vomito, sintomi che in mattinata avevavno accusato anche Coronica e Prandin. Ferentino aveva studiato benissimo in settimana Trieste e aveva preparato la trappola perfetta. Ma indubbiamente le cattive condizioni dei tre biancorossi appena citati ha facilitato di molto il lavoro a Gramenzi e ai suoi giocatori. A Dalmasson è rimasta in mano invece una coperta cortissima, troppo corta per affrontare un roster profondo e di qualità come quello ciociaro. E così negli acccoppiamenti, forse soltanto Big Murphy ha pareggiato il suo duello con una ripresa positiva, dopo un primo tempo in cui era stato tenuto troppo lontano dal canestro e quindi fuori dal gioco; degli altri biancorossi nessuno è riuscito, se non per brevi frangenti, ad avere la meglio sull’avversario diretto. A cominciare da Grayson, tornato a essere il Grayson di sempre dopo il lampo di Jesi.

Non bastasse, la ciliegina sulla torta l’hanno anche messa gli arbitri, in particolare Vanni Degli Onesti da Corno di Rosazzo, che hanno indispettito il pubblico e i giocatori di casa con decisioni non sempre logiche e sensate. Se già l’equilibrio era molto precario, i tre fischietti l’hanno definitivamente cancellato. Non è che hanno fatto perdere Trieste, sia chiaro. Ma senza dubbio più di una volta non hanno avuto uniformità di valutazione. Comunque, i biancorossi chiudono il girone il girone d’andata al settimo posto. Una cosa eccezionale, neanche pensabile per scherzo prima dell’inizio del torneo.

L’avvio è di Tonut da una parte e Biligha (a cui Candussi fa da scorta, più che marcarlo, dato che non si sente bene) dall’altra. Ma il coloured ospite ha più palloni giocabili, Ferentino allunga subito e a metà del primo quarto siamo già 12-19. Bloccato Holloway, con Thomas e Biligha che passeggiano sui difensori biancorossi e con l’area sigillata, Ferentino corre come un pendolino e dopo neppure 9’ ha già segnato 30 punti, chiudendo il primo quarto sul 30-16, chiudendo un parzialone di 20-4 fra il 4’ e il 10’. E Biligha, da solo, ha segnato quanto tutta Trieste: 16 punti per lui. In avvio di secondo quarto Gramenzi tiene in panchina Thomas e Starks econ Holloway che si mette a francobollare Biligha e Prandin su guarino, le cose si riequilibrano un po’. Tanto che in 3’22” i biancorossi riescono a piazzare un parziale di 12-4 e dimezzano lo svantaggio, 28-34. Le mille alternative a disposizione di Gramenzi, contro le rotazioni risicatissime di Dalmasson, fanno però sì che Trieste non possa mai sbagliare nulla, nè avanti, nè dietro. Ma siccome non è possibile, viste le differenze evidenti fra le due squadre, appena i biancorossi abbassano di una virgola la tenuta, Ferentino riparte. Con Thomas e Biligha insieme in panchina, prima Bucci e poi Pierich diventano i killer designati, mentre Guarino e Starks fanno girare la giostra sulla quale Trieste non riesce mai a salire. Si torna sotto di 15 (43-28), poi con alcune invenzioni di Holloway le distanze si riducono appena, fino al 37-48 con il quale si torna negli spogliatoi per l’intervallo.

Stringendo la difesa, con Holloway che neutralizza Biligha e Tonut che riesce a frenare Thomas, Trieste riesce riequilibrare l’inerzia dell’incontro e in qualche modo si riattacca all’incontro e risale fino al -7, 51-58. A quel punto è l’arbitro Vanni degli Onesti a ricacciare indietro Trieste con fischi stralunati (il tecnico a Tonut deve spiegarlo, perchè nessuno l’ha capito). Comunque si chiude il terzo quarto sul 55-63 e con il PalaRubini in fiamme. Per non rischiare che il match si riapra del tutto, Gramenzi piazza i suoi a zona e spegne la luce a Trieste, che non vede più nè area, nè anello. Basta così che Thomas e Biligha facciano il loro lavoro e la partita si chiude in un attimo: da 59-67 a 59-77 si arriva in poco più di un giro di lancette, fra il 33’42” e il 34’49”, con un parziale di 14-2 per i ciociari dall’inizio del quarto. Trieste non ne ha più e si arrende, gli ultimi 5 minuti servono soltanto per le statistiche.

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