Giorgio Petrosyan campione del mondo anche con i bambini

GORIZIA
Giorgio Petrosyan non grida e per farsi obbedire non ha neppure bisogno di alzare il tono della voce.
I 13 ragazzi del corso base di kick-boxing lo ascoltano senza fiatare e fanno quello che lui dice di fare appena lui lo ordina. Hanno tra i 7 e i 14 anni. Qualcosa da sistemare nella posizione c’è sempre, ma la leadership non si discute. È l’autorevolezza che batte l’autorità. Se uno è diventato due volte campione del mondo del circuito K-1 World Max e da oltre cinque anni è imbattuto sui ring di tutto il mondo nonostante i 32 match disputati, un motivo ci sarà e loro lo sanno. Quello che forse non sanno è che sono dei privilegiati. Imparare la kick-boxing direttamente da un top-fighter che ha fatto, e sta ancora facendo, la storia della disciplina, non è cosa comune.
Da quest’anno la palestra del Team Satori ha aperto le porte ai più piccini e a insegnare loro c’è proprio l’atleta che tutti vorrebbero incontrare almeno una volta nella carriera. Fino ad ora l’impresa di batterlo è riuscita solo al thailandese Nonthanan che ha alzato i guantoni grazie a un verdetto ai punti che, a detta di parecchi, è molto discutibile. Giorgio Petrosyan però mentre segue i suoi allievi a questa vicenda e al prossimo match contro l’ucraino Artur Kishenko (in programma a Milano il 24 marzo) non pensa.
Accanto a Kevin, Elias, Renato, Alberto, Manuel, Nathan, Fabio, Marco, Luca, Vincenzo e Alessandro ci sono anche due ragazzine: Erika e Lucrezia. C’è chi è più dotato e chi lo è di meno. Tra loro potrebbe esserci già il campione di domani, il suo successore, ma è troppo presto per dirlo. Per il momento è importante solo che i ragazzi facciano attività fisica e si divertano migliorando la propria motricità.
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