Giorni decisivi per la serie A Spadafora: «Non è certa la ripresa dell’attività il 4»

MILANO
L'appuntamento di domani è cruciale, se non decisivo. Il mondo del calcio (ma anche quello le tv che lo trasmettono) spera che arrivino segnali chiari dal super-vertice con il ministro dello Sport, Vincenzo Spadafora che intanto sottolinea: «Al momento non do per certo nè la ripresa degli allenamenti il 4 maggio né del campionato». Fra l'incontro di domani con le Federazioni e il odierno Comitato esecutivo di giovedì, la Uefa potrebbe invece dare indicazioni sul calendario di Champions ed Europa League, decisa a portarle a termine anche se non ripartiranno i campionati. In Italia, la Serie A è ancora alle ipotesi, mentre in B e C è diffusa ormai la convinzione che la stagione sia finita. «Sono un grande appassionato di calcio ma, con più di 400 morti al giorno con sincerità, è l'ultimo problema di cui possiamo occuparci», ha detto il ministro della Salute, Roberto Speranza, su Radio Capital. E le acque sono come al solito agitate all'interno della Serie A, fra correnti di favorevoli e contrari alla ripresa, in cui si scorrono e si intrecciano la preoccupazione per la salute, interessi economici e sportivi. Temendo di perdere ricavi, alcuni club vorrebbero proporre alle tv di prolungare di un anno i contratti facendo slittare il bando. Per ora non risulta dai broadcaster la richiesta di posticipare l'ultima rata della stagione, prevista per il primo maggio. Alla vigilia dell'assemblea di Lega, otto società, alcune contrarie alla ripresa come Torino e Brescia e altre semplicemente perplesse, hanno sollevato tre quesiti alla Figc: sui contratti dei giocatori e gli accordi di mercato fra società, nel caso in cui la stagione prosegua oltre il 30 giugno; ma soprattutto sugli effetti giuridici su calciatori o club se il campionato si interrompesse nuovamente per un contagio. In sostanza chiederebbero una manleva di fronte a un «rischio incalcolabile». Dopo il Consiglio che si è riunito nel pomeriggio, la Lega ha comunicato che Il Consiglio di Lega Serie A, riunitosi oggi, ha confermato all’unanimità l’intenzione di portare a termine la stagione sportiva 2019-2020, qualora il Governo ne consenta lo svolgimento, nel pieno rispetto delle norme a tutela della salute e della sicurezza.
Intanto le tensioni sono arrivate fino alla Commissione medico scientifica della Federcalcio, da cui si è dimesso il responsabile sanitario del Torino, Rodolfo Tavana. Dubbi sul protocollo li ha espressi anche l'Aic, soprattutto perché non regola ancora partite e trasferimenti. Di fronte alle polemiche per l'alto numero di tamponi che sarebbero necessari, i calciatori hanno chiarito di voler tornare «al più presto in campo con le più ampie garanzie di sicurezza per tutti gli addetti ai lavori», ma anche «senza apparire privilegiati». —
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