L’ex Ferazzoli e i play-out della Triestina: «Tesser sa come fare»
Giuseppe Ferazzoli ha allenato la Triestina 10 anni fa. Il ricordo dello spareggio di Dro vinto in extremis: «La gioia più grande in carriera»

C’è chi a Trieste ha vissuto pochi mesi, legato ai colori della Triestina con professionalità, garbo e rispetto della storia. Pochi mesi sufficienti a generare ricordi indelebili. È così per Giuseppe Ferazzoli, allenatore della Triestina nel 2014/2015.
Era la Triestina del primo anno di Pontrelli, quella che si salvò nella sperduta Dro, ai supplementari, grazie ad una rovesciata di Daniele Rocco al 121’. C’è una coincidenza incredibile a legare quella Triestina di Ferazzoli all’attuale di Tesser. Se Attilio ha trovato la squadra con 6 punti in 16 gare, Ferazzoli ereditò l’Unione in D con 2 punti in 8 gare, ed esordì, scherzo del destino, sul campo del Padova primo. Sfida quasi impossibile sulla carta, invece finì 1-1 con gol di Ivo Bez in rimonta al minuto 87. Come Braima l’1 dicembre. Ferazzoli poi fece 27 punti (follemente mandato via da Pontrelli per l’improbabile Gagliardi), e rientrò al play-out. Sono passati 10 anni da quei giorni.
Intercettato tra i castelli romani dove guida brillantemente in D il Cinthyalbalonga racconta: «Lo dico sempre. Ho vinto un campionato all’Isola Liri, sono stato 2 anni secondo di Del Neri in A, ma la soddisfazione più grande, la gioia sportiva più bella è stata la salvezza con la Triestina. Una impresa storica, andare in Eccellenza con la Triestina sarebbe stata una ingiustizia sportiva per la città. Per noi fu un orgoglio salvarla in un anno molto complicato».
Veniamo al presente. Ancora uno spareggio per la Triestina.
«Nonostante tutti i problemi, la Triestina ha un grande manico, Attilio Tesser è una garanzia. L’ultima da cosa da fare a mio avviso è quella di pensare che la Triestina è nettamente più forte. In questi casi bisogna essere preparati ad affrontare ogni singolo minuto come se fosse vitale, in cui non puoi sbagliare, decisivo».
Come mai?
«Il calcio spesso è occasionale, e tutto ciò che c’è stato fino adesso in qualche modo viene azzerato, le due partite andranno affrontate come nel caso si fosse pari in tutto».
Vista da fuori cosa si può pensare?
«Sul piano tecnico la Triestina è sicuramente superiore al Caldiero, dovrà sfruttare tutte le sue armi».
Ora come allora, del doman non v’è certezza, questo può influire?
«I giocatori sanno benissimo che i tifosi della Triestina saranno al loro fianco, e al fianco dell’allenatore. Sugli aspetti societari sono sicuro che nessuno dei giocatori ci pensa, e nemmeno Tesser. L’unico risultato da raggiungere è quello sul campo, e sono certo che nei momenti delle due partite tifosi e squadra saranno un blocco unico».
La Triestina potrebbe pareggiare due volte per salvarsi.
«Tesser è talmente esperto, ha vinto tanti campionati e gestito tante situazioni in piazze difficili che sa benissimo come andare in campo, non certo per gestire il doppio risultato. Perché l’episodio negativo può capitare o capita. E devi essere pronto a reagire da squadra, di gruppo, motivo per cui non bisogna assolutamente pensare al doppio risultato».
Il 10 e 17 maggio il suo campionato in D sarà finito. Cosa farà?
«La vedrò in Tv e tiferò sempre per l’Unione. Spero davvero che presto possa avere una società strutturata a livello importante per essere minimo in serie B, dove merita».
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