Gli Eagles fanno impazzire Philadelphia

Primo Super Bowl in bacheca grazie alla riserva Foles, mvp della partita: battuti i favoritissimi New England Patriots

Volano altissimo i Philadelphia Eagles. Spiegano le ali nella notte di Minneapolis per raggiungere quel settimo cielo mai accarezzato prima. Adesso possono planare verso casa portando per la prima volta nella città dell’amore fraterno il Vince Lombardi Trophy che si aggiudicano i vincitori del Super Bowl.

Una partita magica, epica, quella di domenica. I biancoverdi devono librarsi a quote siderali per sconfiggere i New England Patriots, la miglior squadra degli ultimi vent’anni. Proprio loro, con gli stessi Tom Brady, il quarterback perfetto, e Bill Belichick, geniale coach, che li avevano già sconfitti a un passo dal Paradiso nel 2005.

Una vittoria incredibile in una sfida fantastica, che ha visto eguagliati o infranti la bellezza di 29 record legati all’evento sportivo più amato d’America. Tra questi il più alto punteggio mai segnato dagli sconfitti, 33 punti contro i 41 degli Eagles, e i numerosi primati personali di Brady: dalle yard lanciate in una singola partita: 505; a ogni possibile limite in carriera.

Un successo in perfetto stile Philadelphia. Da sfavoriti. Senza stelle di prima grandezza. Con protagonista assoluto Nick Foles, il quarterback biancoverde, novello Rocky Balboa, che di Philadelphia è eroe incontrastato. Solo un paio di stagioni fa aveva pensato al ritiro, appena 27enne. Quest’anno è tornato nella città che lo lanciò nel football professionistico. Se n’era andato verso St.Louis prima e Kansas City poi, passando da promessa degli Eagles nel 2013 a riserva nel 2017.

L’occasione inattesa è arrivata a inizio dicembre. L’infortunio alla stella Carson Wentz gli ha spalancato le porte. Addio sogni di gloria, pensarono tanti. Invece... Da underdogs (sfavoriti, nonostante numeri 1 della griglia Nfc) sono arrivati al Super Bowl, dove erano sfavoritissimi. Contro c’erano le leggende, a caccia di ogni possibile record. Ma una notte inimmaginabile ha sconvolto le gerarchie. Come Rocky contro Apollo Creed.

Allenati alla perfezione da coach Doug Pederson, al secondo anno come capo a Philly, gli Eagles hanno condotto la sfida per i primi tre quarti. Touchdown spettacolari di Alshon Jeffery, LeGarrette Blount, dello stesso Foles, in un’azione sorprendente in cui è andato a ricevere. E ancora Corey Clement. Ma New England, sotto alla pausa 22-12, sa come si confezionano i miracoli. Chiedere agli Atlanta Falcons, che nel 2017 vincevano 28-3 prima di essere superati nei supplementari.

I Patriots nella ripresa rispondono ai colpi incassati. E la sfida diventa un botta e risposta avvincente come pochi altri. Brady quando lancia il secondo touchdown all’altro fenomeno Rob Gronkowski porta i suoi a condurre. È il quarto periodo: 33-32. Sembra il solito copione. Anche perché la difesa degli Eagles non c’è. Nessuna delle due è in serata. Philadelphia però ha poggiato i suoi successi sul subire pochi punti, nessuno nei secondi tempi di questi playoff, prima di vedersela con Belichick. E una giocata alla fine arriva. Prima Zach Ertz ribatte con una spettacolare segnatura in tuffo. Poi Brandon Graham finalmente riesce a mettere le mani su Brady. Gli strappa la palla. Ecco altri tre punti. L’ultimo assalto dei Patriots è vicino ai guanti di Gronkowski. Non abbastanza. Stavolta il destino è con Rocky. Foles da riserva a miglior giocatore del Super Bowl LII. Nelle strade di Philadelphia scoppiano i festeggiamenti, c’è anche chi va sopra le righe, in una delle città più appassionate d’America. Finalmente il volo è compiuto, il sogno realizzato. Con il confine tra lo sport che assomiglia al cinema e il cinema che racconta lo sport ormai indistinguibile. Con Foles a incarnare Rocky.

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