Gomez si presenta «Che emozione poter giocare allo stadio Rocco»

Il terzo bomber della Triestina, quello chiamato a integrarsi con Granoche e Costantino per dare ulteriore linfa e profondità al reparto offensivo alabardato, è Guido Gomez, che ha firmato un triennale. L’attaccante, 25 anni, nato a Vico Equense in provincia di Napoli da genitori argentini (il padre, scomparso due anni fa, è stato due volte campione del mondo di biliardo), ha disputato ieri il suo primo allenamento con i nuovi compagni.
Gomez, quali sono le prime sensazioni di questa nuova avventura?
Innanzitutto ringrazio la società per la fiducia che mi sta dando. Io sono contentissimo di arrivare in una piazza così importante, dove si punta in alto: è un motivo di orgoglio per me, sono molto carico e con tanta voglia di fare bene.
A Trieste si punterà a vincere il campionato.
Sì, lo so benissimo. E la cosa positiva è che al primo impatto il gruppo mi sembra fantastico, come del resto mi avevano raccontato. Ma sappiamo che per vincere bisogna fare una stagione perfetta.
Quali sono le sue caratteristiche tecniche?
Sono una prima punta di movimento, di piede sono destro ma calcio tranquillamente anche di sinistro. Mi piace attaccare la profondità, rimanere in area per fare gol, e anche attaccare il primo palo per entrare di testa.
Qui se la dovrà vedere per un posto con Granoche e Costantino.
So bene che la concorrenza è forte, ma ritengo che deve essere così nelle squadre importanti dove l’obiettivo è vincere il campionato. La concorrenza è solamente un fattore positivo, sia per me che per la squadra. Questo vuol dire che dovrò essere concentrato al cento per cento in ogni allenamento per guadagnare spazio. Ma giocando dall’inizio o entrando in corso d’opera, l’impegno sarà massimo.
Pensa di adattarsi bene con entrambi gli altri attaccanti?
Io sono uno che si adatta molto, per cui non penso proprio ci saranno problemi. Anzi, da un giocatore del valore e dell’esperienza di Granoche posso solo imparare, e anche Costantino è un grande attaccante.
Dopo un ottimo percorso nel settore giovanile del Sassuolo, in serie C ha fatto fatica a ingranare: come mai?
Sì, col Sassuolo avevo fatto bene ed ero finito nel giro delle nazionali giovanili. Poi il primo anno in serie C andai alla Pro Vercelli: una squadra forte che fu promossa in serie B, pertanto con tanti attaccanti esperti non avevo tanto spazio. Con il Cuneo e la Juve Stabia sono invece stato penalizzato dagli infortuni, anche se il secondo anno in Campania andò meglio.
Poi ancora alti e bassi, vero?
Sì, con l’Akragas ho fatto benissimo, ma sono dovuto andare via perché non c’erano più soldi, mentre purtroppo poi quella di Catanzaro è stata un’annata negativa per vari motivi.
A Renate finalmente le cose sono andate meglio...
Mentalmente dopo le precedenti esperienze ero giù di morale, ma con il Renate mi sono ripreso bene, ho trovato un gran gruppo, una squadra forte e sono stati due anni positivi, con 17 gol totali.
Tanto da essere notato dalla Triestina: ora c’è tanta voglia di giocare allo stadio Rocco?
Ci ho giocato due volte da avversario, e ogni volta la settimana di attesa non era come le altre. Sapere di giocare lì è qualcosa di davvero emozionante. Poi ora lo stadio è stato anche rinnovato, è stupendo e penso sia tra i più belli d’Italia. E io non vedo l’ora di giocarci. —
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