I club di C alla Lega: «Sì alla sospensione ma no al sorteggio per la quarta in B»

Carpi sulla linea della Triestina: «Semmai ipotesi play-off» Ghirelli: «Accetto i rilievi, se c’è base legale proseguiamo»
Il presidente della Lega Pro Francesco Ghirelli
Il presidente della Lega Pro Francesco Ghirelli

TRIESTE Il sospetto che la “fuga” di sabato 18 aprile, nel pomeriggio, del comunicato, con il quale la Lega Pro indicava i cinque punti sulle proposta da inoltrare all’Assemblea, sia una provocazione voluta è certamente fondato.

Se la strategia doveva servire a smarcare la terza serie dallo stand-by che caratterizza il calcio nei piani superiori l’effetto è stato ottenuto anche se con effetti collaterali. Ad ogni modo il presidente Ghirelli è riuscito a mettere la serie C al centro dell’agenda mediatica e a indurre una certa pressione sulla Federazione che poi sarà deputata a prendere la decisione finale. «In una discussione all'unanimità è venuta fuori quest'ipotesi - ha detto il presidente Francesco Ghirelli -. Adesso c'è stata un'osservazione, qualcosa in più, di due società che ci hanno posto problemi sul sorteggio. Se c'è una base legale proseguiremo, altrimenti cambieremo».

Sulla proposta di sospensione del torneo c’è ampissima convergenza da parte dei club. Protocolli medici inapplicabili, responsabilità sanitarie troppo alte, costi da abbattere attraverso ammortizzatori sociali o accordi con i tesserati. La necessità di dedicare da subito energie alla ricostruzione pesano sull’indirizzo dellle società di chiudere l’attività agonistica. Ma sui meccanismi per assegnare le promozioni e sull’azzeramento delle retrocessioni c’è dibattito. Sull’ipotizzato sorteggio per indicare la quarta squadra destinata alla B c’è invece una levata di scudi. La Triestina ha espresso con Milanese in modo chiaro la sua posizione. «Meglio annullare la stagione e pensare al futuro, oppure cristalizzare la classifica con tre promozioni. La quarta a sorteggio è un’idea bizzarra e impraticabile. Semmai, se proprio non c’è soluzione al ritorno in campo, si giochino solo i play-off» ha argomentato in sintesi l’amministratore unico Mauro Milanese. Due società dal pedigree illustre si sono anche mosse. Il Bari non solo con il presidente De Laurentiis ma anche con il sindaco De Caro, oltre a inviare una diffida a Lega e Federcalcio, hanno lanciato i loro strali seguiti dalla piazza. «Le promozioni si conquistano sul campo. La società ha investito milioni ed è pronta a far valere i suoi diritti in tutte le sedi» dicono i pugliesi.

Ma con un esposto interviene anche il presidente del Carpi Stefano Bonacini: «Prima di tutto penso che a decidere il futuro del calcio saranno il Consiglio Federale e la Figc, non le leghe, ma questo è il regolamento, non lo dico io. Il fatto che la maggior parte delle società di Lega Pro non volessero più giocare era un sentimento già noto dall’ultima conferenza in video call. Io dico solo una cosa: io e gli altri presidenti mettiamo milioni, ci mandano giustamente la Covisoc per controllare se i nostri conti sono a posto, ci penalizzano, giustamente, se non paghiamo i giocatori. E poi tu cosa ti inventi? Il sorteggio? Tutto ciò lo trovo profondamente umiliante. Invece del sorteggio puoi proporre un playoff a quattro, sei o otto squadre, con la formula che uno vuole: si gioca mercoledì e domenica e si ha un verdetto dato dal campo, questo sì che un po’ di senso ce l’ha».

Più sfumato ma comunque contrario è anche il ds Paolo Bravo del Sudtirol: «Il sorteggio come da tabellone diventa complesso. Meglio rinunciare alla quarta promossa in ».

E mentre Adriano Galliani, nonostante il suo Monza come Vicenza e Reggina, abbia già quasi in tasca la B continua a ribadire che «i campionati vanno portati a termine», Gigi Fresco deux ex machina della Vecomp Verona preannuncia un rompete le righe: «Lascerò liberi i giocatori per programmare la nuova stagione. Noi non torniamo più in campo». —
 

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