Il “mago” rinasce Maicosuel in rete e l’Udinese vince

UDINE. Era ancora agosto e l’Udinese si stava giocando ai rigori l’accesso alla fase a gironi di Champions League contro i portoghesi del Braga. Sul dischetto è il turno di Reginaldo de Matos Maicosuel, in Brasile ribattezzato “o mago”. E che ti inventa? Un cucchiaio, un cucchiaio disgraziatissimo, perché il portiere portoghese lo intuisce para. Grazie, “mago”.
E’ ottobre e la ricostruzione di un rapporto che sia men che decente tra Maicosuel e il pubblico friulano è compiuta. Grazie a un gol, grazie al gol che regala la vittoria dell’Udinese contro il Pescara.
Ecco l’ennesimo piccolo grande miracolo psicologico di Francesco Guidolin. Aveva iniziato con il mettere il “mago” fuori dalla lista Uefa per l’Eurolega e a lasciarlo fuori per un po’ a... riflettere. Quindi, pian piano l’ha recuperato. Lo ha schierato in qualche amichevole e poi lo ha lanciato in campionato a Napoli, partita difficile ma lontano dal pubblico del “Friuli”. L’Udinese al San Paolo ha perso ma giocando bene. E bene ha giocato anche Maicosuel. Poi, l’operazione recupero è passata anche attraverso un incontro tra il brasiliano e i tifosi allo store bianconero: full di autografi e battute a sdrammatizzare mentre nel negozio giravano pure... cucchiai di legno. Ieri, il compimento dell’opera. Maicosuel in campo al “Friuli” a fare il trquertista dietro a Di Natale, Maicosuel in gol.
No, non è stata una partita facile, questa contro il Pescara. Perché l’Udinese, con una classifica non proprio felice, non poteva sbagliare: anche un pareggio sarebbe stato troppo poco. Poi però alla mezz’ora del primo tempo la squadra bianconera si è ritrovata in dieci per l’espulsione, doppia ammonizione, di Danilo, il centrale della difesa. E la situazione, già comunque psicologicamente difficile, si è complicata anche dal punto di vista tattico. In realtà però, in undici come in dieci l’Udinese ha continuato a fare la partita, trascorrendo quasi tutto il tempo nella metà campo del Pescara a tessere azioni avvolgenti per cercare poi lo spazio per andare a pungere. Compito non facile con la tenace ragnatela disegnata da Stroppa, allenatore di un Pescara cui non mancano i piedi buoni (Weiss e Quintero: caspita, che bravi!) ma alla resa dei conti troppo leggerino e poco incisivo. Dunque, dài e dài, alla fine l’Udinese è riuscita a passare, minuto ottavo del secondo tempo: cross dalla sinistra di un Armero che peraltro è solo il cugino di quello che negli scorsi anni dominava per fiato, potenza e tecnica la fascia, Blasi davanti al proprio portiere Perin combina un mezzo pasticcio, ne approfitta Maicosuel che con un unghiata riesce a spedire il pallone in rete.
Soltanto una volta in svantaggio il Pescara (che peraltro nel primo tempo su punizione con Quintero aveva centrato una traversa piena) ha provato a uscire dalla propria metà campo. E c’è anche un altro legno (in realtà però è Brkic che si aiuta con la traversa al 19’ per neutralizzare una conclusione di testa di Vukusic) ma niente di più. Certo, l’Udinese potrebbe gestire meglio la pressione, ma in dieci per complessivamente oltre un’ora e con l’obbligo di dover vincere a tutti i costi, va comunque bene anche così, visto che in ogni caso il Pescara non è mai davvero pericoloso.
E allora arriva la vittoria bianconera. E la rinascita di Reginaldo de Matos Maicosuel, in Brasile e adesso anche a Udine ribattezzato “o mago”.
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