Il professor Donati: «Resterò al fianco di Alex»

BOLZANO. «Alex Schwazer ha l'identikit perfetto, considerando il passato: un atleta che si è dopato e che poi ritradisce, quale migliore pretesto per abbandonarlo?»
È questa la domanda che si è posto Sandro Donati, il tecnico paladino dello sport pulito, a fianco al marciatore altoatesino accusato di doping, dando poi subito la risposta: «Io non lo abbandonerò mai». Il “prof”, come lo chiama Schwazer, non gli volge le spalle, ma ci mette la faccia e si assume addirittura una bella fetta di responsabilità per la vicenda, parlando di odio nei suoi confronti per la sua lotta contro il doping. Perentoria la risposta che l'allenatore si dà: «Resterò accanto ad Alex».
Con voce calma e sicura, che sa di sfida, tratteggia una sorta di iter tecnico in difesa del suo atleta, ricordando che proprio con il marciatore è stato realizzato un progetto «unico al mondo, un percorso caratterizzato dalla estrema trasparenza». Donati elenca in primis il fatto che i dati degli esami siano sempre resi accessibili, per poi citare il fatto che Schwazer abbia rinunciato alla finestra oraria per i controlli che quindi possono essere eseguiti 24 ore su 24. Donati parla di steroidi anabolizzanti, trovati nel sangue dell'atleta, che avrebbe un'utilità «marginale» per un marciatore per cui risulta fondamentale la resistenza. «Sono molecole estranee al corpo umano. L'assunzione, perciò, può essere volontaria, inconsapevole o attraverso una manomissione», aggiunge, facendo intendere di propendere per l'esclusione delle prime due. Inoltre, i valori di positività - spiega - sono bassi, «talmente bassi che il profilo del sangue rimane inalterato. Un valore basso che non porta da nessuna parte», ribadisce.
L'uomo simbolo dell'antidoping parla di un «sistema che dimostra durezza e inflessibilità solo su soggetti singoli e deboli, altre volte le regole possono invece divenire soft e velate», quasi ad indicare un sistema con due pesi e due misure. E il professore non nasconde la sua ammirazione per Alex, che definisce «un fuoriclasse, un fenomeno eccezionale con una grande capacità di recupero».
Il treno per Rio 2016 è in movimento, ma non è ancora partito e l'attesa è per la controanalisi in programma per il 5 luglio.
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