Il San Luigi pensa al colpaccio a Torviscosa

TRIESTE. Dopo le ultime frenetiche ore per fissasre l’anticipo del derby con la Triestina, il San Luigi si concentra sul debutto: per i biancoverdi un terzo posto da difendere, con una formazione...

TRIESTE. Dopo le ultime frenetiche ore per fissasre l’anticipo del derby con la Triestina, il San Luigi si concentra sul debutto: per i biancoverdi un terzo posto da difendere, con una formazione parecchio cambiata e abbassata di età, compito sicuramente non facile da svolgere. Si ricomincia proprio da Torviscosa dove era finita la scorsa stagione, il che – considerato che in maggio i biancoverdi ne segnarono cinque senza subirne – sarebbe di buon auspicio se nel calcio un precedente potesse far storia. Niente di più falso, ovviamente, anche perché siamo all’inizio di stagione ed il Torviscosa si è ben rodato in Coppa Italia, passando il turno tra le migliori seconde, alle spalle del Rivignano nel gironcino. Il “Beppino Tonello” che risale al 1953, ospita tremila spettatori e ha accompagnato la formazione, con l’allora sigla Saici, in tanti campionati di Serie D. La squadra è affidata a Nicola Carpin, passato direttamente dal campo alla panchina: i più esperti, il difensore Buso (’79), la vecchia conoscenza Federico Godeas (’81), tre reti in Coppa, la punta Pitta, tripletta anche per lui,.e i centrocampisti Zienna e Toffoli. Potasso dovrebbe mandare in campo la squadra che ha battuto lo Zaule, quindi senza gli infortunati Gerbini e Casseler, che cercano di recuperare per il derby con la Triestina, la partita cui, come è logico, nessuno vuole mancare. Per il San Luigi l’esordio sarà importante anche per verificare il diverso assetto di gioco dopo la partenza dei due Zigon e di Simeunovic, giocatore che negli anni al San Luigi ha messo la firma su tanti risultati importanti. E’ arrivato al centro dell’attacco Jack Del Zotto e il biglietto da visita è di quelli impressionanti: sempre in gol con un bottino di cinque reti in Coppa, che ne fanno per ora il capocannoniere assoluto.

Guerrino Bernardis

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