Il volley piange la morte di Facchettin

Facchettin si è spento la scorsa notte all’ospedale civile del capoluogo isontino. Era ricoverato da dicembre, da quando era stato colpito da emorragia cerebrale. Rimasto in coma per un mese, sembrava in grado di recuperare. Giovedì le sue condizioni erano state giudicate stabili, ma all’1.40 della scorsa notte il suo fisico debilitato non ha retto alla crisi.

Carlo Facchettin aveva dedicato gran parte della propria vita alla pallavolo e questa sua dedizione nel 1977 gli era valsa anche il cavalierato da parte del Presidente della Repubblica. Alla fine degli anni Cinquanta, quando venne eletto il primo comitato regionale Fipav, fu scelto dai colleghi come fiduciario arbitri.

Primo fischietto del Friuli Venezia Giulia a calcare gli scenari internazionali, il 16 maggio 1968 diresse a Parigi l’amichevole tra Francia e Romania. Come ricorda Corrado Toso nel capitolo dedicato agli arbitri nel libro “Una regione sotto rete”, per Facchettin quella sfida rappresentò «l’inizio di una luminosa carriera sui campi d’Italia e del mondo». Oltre ad aver arbitrato in tutte le maggiori competizioni europee per club, è stato impegnato in tre campionati del mondo e alle olimpiadi di Montreal 1976. Proprio in Canada, tra le altre cose, diresse come secondo la semifinale tra Giappone e Polonia (2-3). Quando nel 1983 concluse le carriera arbitrale, aveva collezionato oltre 500 presenze in gare di serie A e 260 in gare internazionali.

Ritiratosi come fischietto, non abbandonò mai il mondo della pallavolo. Negli anni ricoprì diverse cariche: da quello di Commissario arbitri nazionale fino a presidente del comitato provinciale di Gorizia. Tra le sue pubblicazioni, spicca il libro “Metodologia e tecnica arbitrale”, volume su cui hanno studiato generazioni di arbitri. Facchettin lascia i figli Maurizio e Fabrizio. I funerali saranno celebrati domani alle 11 nella chiesa di Farra d’Isonzo, paese dove risiedeva da diversi anni.

Stefano Bizzi