In oltre mille per dare l’addio a Maldini

Oltre mille persone per dare l’addio a Cesare Maldini, scomparso domenica.
Alla vigilia dei funerali, la famiglia - nel rispetto della discrezione che aveva sempre contraddistinto “Cesarone” - aveva chiesto un rito sobrio e raccolto, senza clamori. Ma ieri mattina, nella basilica milanese di Sant’Ambrogio vecchi compagni di squadra, dirigenti e semplici appassionati, hanno affettuosamente forzato quella raccomandazione e hanno voluto riversarsi comunque per riservare l’ultimo saluto a Cesare Maldini.
Tra questi, anche Tito e Bruno Rocco, legati a Maldini da un rapporto di lunghissima data. Il Paròn era stato il mentore del “mulo” di Servola, quello che lo aveva valorizzato da calciatore condividendo il trionfo del Milan in Coppa Campioni (la prima vinta da un club italiano) a Wembley e incoraggiandolo a scegliere un futuro in panchina. Due miti calcistici di una Trieste che in quegli anni era rappresentata ai massimi livelli anche da Fabio Cudicini (Roma e poi “Ragno nero” al Milan) e da Giorgio Ferrini (Torino e Nazionale).«Una cerimonia molto commovente - racconta Tito Rocco - Un mare di gente. Troppe persone gli volevano bene e abbiamo rivisto ai funerali tanti volti noti del calcio di oggi e di ieri. Abbiamo voluto esserci, per l’amicizia che ci legava Maldini e rispetto per la famiglia. E non neghiamo che ci siamo commossi sentendo dopo l’omelia la toccante lettera della figlia».
Donatella Maldini ha parlato anche a nome dei fratelli Paolo, Alessandro, Monica, Valentina e Pier Cesare. «Ci siamo stati vicini sapendo che presto te ne saresti andato. Lucido e un po’ burbero hai goduto di ogni minuto della nostra compagnia, così come sempre hai fatto nella tua vita. Avevamo pensato che ti sarebbe piaciuto condividere qualcosa con chi ti è stato amico, per trasmettere anche a loro l’essenza del vero Cesare ma quando ci hai lasciato è successo una cosa incredibile: siamo stati sommersi da messaggi di affetto nei tuoi confronti, toccanti e non banali. Che ti descrivevano per quello che sei stato veramente. Allora ho capito che ad ognuna di queste persone avevi regalato un po’ di te. E avevi trasmesso a tutti quei valori che sempre ti hanno contraddistinto. Grazie per questo viaggio meraviglioso».
Struggente anche il ricordo di una delle nipoti. «Insegnavi ai nipoti maschi che si calcia con tutti e due i piedi e non solo con quello che ti viene più spontaneo. Tu che non potevi perderti una partita in tv, ma poi accontentavi i più piccoli e giravi sui cartoni animati. Caro nonno ci manchi già. Senza di te è tutto un po’ più grigio».
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