In tanta Norvegia spunta solo lo svizzero Cologna

Ai mondiali di sci nordico di Val di Fiemme monopolio nordico. E a mancare del tutto è proprio l’Italia
Dario Cologna of Switzerland celebrates as he wins the Men's 2 x 15 km Cross Country Skiathlon competition at the FIS Nordic Skiing World Championships 2013 in Tesero, Italy, 23 February 2013. ANSA/CLAUDIO ONORATI
Dario Cologna of Switzerland celebrates as he wins the Men's 2 x 15 km Cross Country Skiathlon competition at the FIS Nordic Skiing World Championships 2013 in Tesero, Italy, 23 February 2013. ANSA/CLAUDIO ONORATI

VAL DI FIEMME. La Norvegia è sempre più l’incontrastata protagonista dei Mondiali di sci nordico Fiemme 2013 mentre l’Italia affonda a livelli impensabili negli ultimi 30 anni. Nella terza giornata lo squadrone vichingo conquista 5delle 6 medaglie della skiathlon e si arrende al solo Dario Cologna, fondista svizzero di nome italianissimo (padre trentino e madre altoatesina), ma di passaporto rossocrociato. Tra le donne vince la solita Marit Bjoergen.

«Heja Norge» urlano i tifosi scesi dalla Norvegia e a vederli viene il groppo alla gola. Per trovare un po’ di azzurro bisogna scorrere sino al 16° posto del vecchio Giorgio di Centa e al 19° della “giovane” Virginia De Martin. Quanto sembrano lontane le imprese di De Zolt, Albarello, Vanzetta, Fauner, Zorzi, Piller e dello stesso Di Centa. Di Stefania Belmondo, Manuela Di Centa, Gabriella Paruzzi e Arianna Follis. Campioni riusciti a regalare imprese memorabili ed emozioni a ripetizioni.

Nella gara donne vince Marit Bjoergen (decimo oro mondiale in carriera che la consacra miglior fondista del suo paese e la avvicina ai 14 titoli della russa Elena Vaelbe) davanti alle connazionali Therese Johaug, Heidi Wang e Kristin Stoermer Steira. La polacca Justyna Kowalczyk non riesce a contrastarle. E così alla Norvegia riesce un filotto con pochi precedenti.

Dario Cologna è il protagonista della skiathlon uomini attuando una tattica da ciclista. È il favorito e i norvegesi cercano di sfiancarlo, come avviene nelle due ruote, con attacchi a ripetizione. Gareggia con acume tattico e vince meritatamente il suo primo titolo mondiale. Cade dopo un chilometro e recupera con tranquillità. Non si scompone nemmeno quando Martin Johnsrud Sundby se ne va a skating e guadagna una quindicina di secondi. Lo lascia sfogare sino agli ultimi due chilometri. Qui si lancia nell’attacco decisivo. Taglia il traguardo solitario con la mano destra sul cuore. Poi c’e solo Norvegia. Sundby precede Sjur Roethe. Quarto è Petter Northug.

Oggi ci sono le staffette sprint. «Siamo i campioni del mondo, come sempre» era scritto solo cinque anni fa nel quartier generale di Sapporo 2007 dopo la vittoria di Renato Pasini e Cristian Zorzi. Stavolta l’Italia schiera Pellegrino-Hofer. Il sogno è di vederli lottare per una medaglia. Tra le donne in pista Piller-Debertolis.

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