Indian Wells, il torneo delle grandi sorprese

Dicono che questo torneo della California sia il quinto Slam. Aggiungono che tra due anni, da Master 1000 qual è, lo faranno diventare un Master 1500.
Una cosa è sicura, il torneo di Indian Wells piace molto ai tennisti. Per questo Andy Murray è dispiaciuto di essersi fatto sorprendere come un pollo dal giovane canadese Pospisil. Non si può essere numeri uno del mondo e farsi cacciare al primo turno. Vale per ogni turno, ma soprattutto per questo. Qualcosa del genere lo pensa persino il francese Tsonga, famoso sosia di Muhammed Ali. Il numero otto del mondo ha perso da Fabio Fognini, apparso in gran spolvero fisico, e anche tecnico per certi colpi visti sul campo.
Queste sorprese accadono nei tornei importanti. E sono competizioni che vedono al via quasi tutti i big, per questo l’interesse è alto. Con tanti punti interrogativi che solo i campi del deserto californiano potranno svelare. Quali? Beh, Novak Djokovic in primis. Da quando ha detto che il tennis non è più la sua priorità non ha fatto altro che avere le luci ulteriormente puntate su di sé, tanto che alla fine si è adattato e piegato al palcoscenico, regalando - da consumato attore – le frasi che la gente s’aspetta di ascoltare da uno come lui: «In generale ho belle sensazioni rispetto alla stagione precedente: ora mi sento più sicuro e mi sento bene in campo. Non c’è dubbio che la pressione faccia parte del nostro lavoro. Ed è un privilegio perché significa che stai facendo qualcosa al top, che hai sempre sognato di fare. Ho dato tutto in questi anni e il French Open è stato un obiettivo e poi ti fermi un attimo a pensare, devi riprenderti dalla fatica e rimotivarti. Non sono uno a cui piace recriminare o rinnegare quel che ho fatto, però probabilmente avrei avuto bisogno di una pausa più lunga dopo Parigi per riprendermi mentalmente da quelle emozioni. Penso sia una lezione da imparare».
Ma la seconda domanda, che forse andrebbe anche posta come prima in ordine di importanza, è: «L'Australian Open di Federer e di Nadal è ripetibile?». Perché a questo punto della stagione la nostalgia verso i due ‘vecchi’ campioni è aumentata a dismisura, in assenza anche di un turnover degno: diciamo che i vari Raonic (peraltro assente), Thiem, Nishikori non hanno mostrato quell’appeal necessario per prendersi il fardello della responsabilità dei Federer e Nadal.
C’è anche l’Italia, a Indian Wells. Abbiamo detto di Fognini, che ha messo a segno davvero un bel colpo. Ora dovrà ripetersi contro l’uruguaiano Cuevas, poi gli toccherebbe probabilmente quel Goffin che rivedrà prossimamente a Charleroi, in Belgio, per i quarti di finale di Coppa Davis: insomma, un interessante prequel del primo fine settimana di aprile.
E le donne? Non c’è sua maestà Serena Williams, e dunque può vincere chiunque, dalla Halep alla Kerber fino alla Pliskova. Assenti sempre Sharapova e Kvitova (per lei le cose si complicano ed è tutta colpa di quel ladro che l’ha ferita), il torneo è davvero livellato. Di azzurro in gonnella c’è poco, con Roberta Vinci che sta scrollandosi la ruggine e Sara Errani scivolata oltre la 10.ma posizione. Meno male che, a livello di Fed Cup, l’Italia giocherà in casa lo spareggio contro Taipei: la serie C dovremmo evitarla.
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