Ispezione alla tappa di Gorizia Viviani: «Vipulzano farà male»

Il velocista assieme alla fidanzata Cecchini ha partecipato al sopralluogo del circuito finale della 15a frazione della corsa rosa: «C’è un muro al 18%»
A.s.

gorizia

Ventitre maggio, Grado-Gorizia, 15ª tappa del Giro d’Italia, finale in circuito. Roba disegnata da Enzo Cainero, Edy Reja e Luigi Russo. La loro diabolica “penna” potrebbe risultare indigesta a uno dei corridori più attesi della corsa rosa, il campione olimpico di Rio 2016 nell’omnium e velocista di razza, Elia Viviani.

Il 32enne veronese della Cofidis, dopo una stagione opaca e un inizio di 2021 in salita a causa anche di una ablazione al cuore, ha una voglia matta di tornare signore negli sprint a maggio.

«Ma a Gorizia quel giorno sarà molto dura – spiega – perché Cainero ha piazzato una tappa tutt’altro che adatta ai velocisti, la salita di Vipulzano, non solo per quel muro al 18%, farà male non tanto nell’ultimo dei tre giri, ma nei due precedenti con quei mangia e bevi dopo Gorizia».

No, con lo Zoncolan nelle gambe e la prospettiva del tappone dolomitico il giorno dopo a Gorizia sarà tempo di fuga da lontano.

Ieri Viviani, accompagnato dalla fidanzata tre volte campionessa italiana Elena Cecchini della SD Worx di Mereto di Tomba, grazie al quale l’olimpionico ormai da dieci anni è friulano d’adozione, ha pedalato sulle strade della tappa, sconfinando in Slovenia nonostante le limitazioni per virus grazie a un salvacondotto.

«È stata un’emozione pedalare dove un tempo c’era un confine – ha detto Elena – il paesaggio è meraviglioso e “bucherà” sicuramente lo schermo delle tv di tutto il mondo. La tappa di Gorizia? Beh, bellissima, ma per il mio Elia sarà davvero dura...».

Ritorno nella loro casa di Ciconicco di Fagagna in bici. Con passaggio da Cormòns, dove si concluderà il Giro d’Italia donne a metà luglio, due settimane prima delle Olimpiadi, obiettivo della coppia.

Ma Elena “rimprovera” Cainero: «La frazione non è ancora disegnata, non sapevo cosa andare a provare, mi dicono però che Enzo stia pensando, con l’aiuto dei gemelli Braidot campioni di mountain bike, a un circuito nella zona attorno a Capriva, non certo facile. Ci sarà da soffrire anche per me il giorno dopo il Matajur...». —





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