La Grecia caccia Ranieri e adesso pensa al Trap

ROMA. A nemmeno quattro mesi dal suo insediamento, Claudio Ranieri è stato cacciato dalla panchina della Grecia. Aveva preso il posto del portoghese Fernando Santos, che aveva condotto gli ellenici agli ottavi di finale del Mondiale brasiliano, in cui erano stati eliminati soltanto ai rigori dal Costarica. Sbarcando ad Atene aveva promesso continuità tattica, nel senso di un calcio speculativo che forse non offre spettacolo ma almeno porta risultati e invece non ne ha imbroccata una mettendo insieme tre sconfitte in casa. L'ultima delle quali, contro le Faer Oer n. 187 della classifica Fifa, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso, al punto che ieri la federcalcio greca ha puntualizzato in una nota che «non c'era altra scelta che mettere fine a questo rapporto di collaborazione».
Così Ranieri ha incontrato il presidente federale George Sarris per trattare la buonuscita, visto che a suo tempo aveva firmato un biennale da 1,6 milioni a stagione. Da questo punto di vista non dovrebbero esserci problemi. Ora al timone della Grecia potrebbe esserci una “staffetta” italiana, visto che i media locali indicano in Giovanni Trapattoni il favorito per la successione al tecnico romano, anche in questo caso per motivi di continuità tattica nel segno del sano “calcio di una volta”. Trap nei mesi scorsi aveva rifiutato un paio di panchine africane (si era parlato della Costa d'Avorio) e ora fa sapere di essere pronto ad un rientro in grande stile. Improponibile, invece, un'altra delle ipotesi circolate, quella di Marcello Lippi del quale è nota la voglia di tornare ad allenare una nazionale. In primis per motivi di ingaggio, e poi perchè rimarrà comunque per un'altra stagione calcistica ai cinesi dell'Evergrande per fare, da d.t., da chioccia a Fabio Cannavaro, che si cimenterà per la prima volta come capo-allenatore.
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