La Policastro, capitana e bandiera della Sgt che aspetta i playoff

TRIESTE. Ha iniziato a giocare all’età di 9 anni nel minibasket della Sgt, la stessa società dalla quale non si è più separata da allora. Forte di una passione per la palla a spicchi ereditata dal padre arbitro e dal nonno Pippo Garano (coach della promozione in serie A1 della Crup a fine anni ’80), Alice Policastro continua ad essere la bandiera della squadra triestina capolista nel girone nord-est in A2. Capitana già da una decina d’anni, Policastro sta recuperando la sua forma migliore dopo un infortunio al piede che l’ha tenuta ferma per 2 mesi e gli effetti del suo reinserimento non sono tardati ad arrivare. Vittoria a Selargius e bis (valido per il primato) servito domenica sul campo di Udine, dove l’ala classe 1986 è stata la migliore nelle fasi cruciali del match, traendone gratificazione.
«Sono contenta della mia prova - spiega Alice - non solo per i punti segnati, ma soprattutto per la difesa, per la quale rappresento il collante della squadra e trasmetto entusiasmo alle giovani». Coach Giuliani sa infatti che con la sua capitana in campo può adottare certe soluzioni che altrimenti non riuscirebbero allo stesso modo, ma diversamente da quanto si potrebbe pensare Policastro giura che non è il suo ruolo di istruttrice di minibasket ad aiutarla quando veste i panni di atleta, ma è vero piuttosto il contrario. Certo è che la sapienza tattica della numero 15 biancoceleste potrà avere il suo peso anche nel prosieguo, rappresentato tra alcune settimane dalla poule promozione che potrebbe poi aprire le porte dei playoff, un traguardo che manca alla Sgt da 11 anni: «Il primo obiettivo della permanenza in A2 l’abbiamo ottenuto - precisa Policastro - ma non ci sentiamo rilassate. Abbiamo l’ambizione di arrivare ai playoff e anche per me sarebbe una grande soddisfazione, la prima volta da protagonista dopo brevi comparsate nel 2003, al mio esordio in A2 con coach Mario Steffé».
Proprio il campionato 2002-2003 fu l’ultimo a vedere la Sgt ai piani alti della categoria, poi seguirono alcune stagioni travagliate in A2 e un lungo limbo tra B d’eccellenza e A3. In tutti questi anni Policastro è rimasta fedele alla causa biancoceleste, pur avendo ricevuto offerte di giocare in A2 da parte di Udine: un esempio di attaccamento alla maglia tanto da indossarla, così come le sue più giovani compagne, senza percepire stipendi: «Sono ormai sette anni che gioco gratuitamente - ricorda Policastro - e per me non è stato un problema accettare tale situazione anche quest’anno che sono arrivate due cestiste professioniste come Rosellini e Vida».
Marco Federici
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