L’addio del mondo del calcio a Maldini

TRIESTE. Il mondo del calcio italiano ha dato oggi l’addio a Cesare Maldini. Il funerale si è svolto a Milano, nella basilica di Sant’Ambrogio. Una cerimonia che ha rispecchiato quello che è stato lo stile dell’ex ct triestino: mai sopra le righe, di grande sobrietà. La famiglia Maldini ha infatti espresso il desiderio di dare l’estremo saluto a Cesare con un rito in «forma sobria e raccolta».
Un invito già raccolto dal Milan che non ha partecipato con la squadra al completo ma solo con una rappresentanza di giocatori, fra cui Christian Abbiati, quelli più vicini a Cesare Maldini e a suo figlio Paolo. In realtà, nonostante la richiesta della famiglia, sono stati in tanti stamani ai funerali. Vecchi compagni di squadra, dirigenti e generazioni di calciatori che hanno incrociato almeno una volta la strada con il “mulo di Servola” diventato un maestro di calcio, il primo italiano a sollevare al cielo la Coppa dei Campioni.
In chiesa infatti ecco il presidente del Coni, Giovanni Malagò, il numero uno della Figc, Carlo Tavecchio, oltre ai presidenti della Lega A e B, Maurizio Beretta e Andrea Abodi. Non poteva mancare Teo Teocoli, che ha fatto dell’imitazione di "Cesarone" un cavallo di battaglia. Per il Milan, tra gli altri, Silvio Berlusconi, Adriano Galliani, Sinisa Mihajlovic, Riccardo Montolivo e Christian Abbiati appunto.
Poi una sfilata di ex rossoneri, giocatori, allenatori e dirigenti. Da Andriy Shevchenko a Serginho, da Clarence Seedorf a Filippo Inzaghi, da Massimo Ambrosini e Daniele Massaro, dall’ad della Juventus Beppe Marotta al vicepresidente dell’Inter Javier Zanetti e al patron del Torino Urbano Cairo. E poi, ancora, fra gli altri, il presidente di Mediaset Fedele Confalonieri, Luisito Suarez, Giovanni Lodetti, Gigi Di Biagio, Fabio Cannavaro.
«Non ci resta che ringraziarti per questo viaggio unico e meraviglioso che abbiamo fatto insieme. Inevitabilmente ci farà tornare il sorriso ogni volta che penseremo a te, grazie papà», ha detto Donatella Maldini, figlia di Cesare, dall’altare della basilica, durante i funerali del padre.
«Cesare - ha sottolineato nell’omelia monsignor Erminio De Scalzi - è stato un ottimo allenatore, uno più amati personaggi entrati nella storia del calcio italiano e non solo, un modello di signorilità, un simbolo dei valori alti dello sport, un fine scopritore di talenti».
Una delle nipoti di Maldini, con la voce rotta dal pianto, ha letto una lettera: «Insegnavi ai tuoi nipoti che si calcia con tutti e due i piedi e non solo con quello che ti viene più spontaneo. Tu che non potevi perderti una partita in tv, accontentavi i più piccoli e giravi sui cartoni animati».
«Un grande, un grande allenatore e un grande papà per tutti. Dispiace, purtroppo, scusate», ha detto un commosso Shevchenko. «Ogni volta che ci vedevamo mi scusavo per non avergli dato l’opportunità di diventare campione del mondo con quel rigore calciato sulla traversa. Lui ha sempre sorriso e con grande onestà diceva di non preoccuparmi», ha ricordato Gigi Di Biagio, parlando dei Mondiali del ’98, con Cesare Maldini ct.
«Da allenatore - ha fatto sapere l’ad della Juventus, Beppe Marotta - ha rappresentato grandissimi valori e ho avuto modo di conoscerlo molto bene, quindi l’ho preso un pò anche come esempio dal punto di vista dirigenziale».
Poi un tuffo nel passato, al Mundial ’82, con il papà di Paolo, vice del ct Bearzot. Così l’ex difensore Claudio Gentile: «Quando l’Italia non andava tanto bene nelle prime tre partite ed eravamo un pò affaticati - ha confidato - lui è stato quello che ha aiutato quelli più esposti alle critiche. Ha avuto sempre un dialogo affettuoso con noi tanto è vero che per me anche lui è artefice di quella vittoria». «Ero molto giovane la prima volta che l’ho conosciuto ai Mondiali del 1982 e più che un allenatore per me - è l’omaggio di Massaro - è stato come un secondo padre».
«Condoglianze al mio amico Paolo per la morte di suo padre, grande uomo e gran professionista»: questo il messaggio pubblicato sul proprio profilo Facebook da Diego Armando Maradona.
Anche ieri è stata una giornata di rievocazioni. Tra le tante voci, quella di Fabio Capello: «Con Cesare c’era un rapporto costante sempre, avendo allenato il figlio Paolo. Mai un intervento tecnico, mai una domanda: un grande signore che sapeva rispettare il lavoro degli altri. La finale di Champions a San Siro sarebbe un omaggio internazionale che merita e sarebbe il luogo ideale».
Intanto il Milan renderà un primo omaggio alla memoria di Maldini nella partita di sabato sera contro la Juventus. Ma non è finita: «Intorno al 22 aprile la Champions, arriverà a Milano e sarà a Palazzo Marino: quella sarà la prima occasione per ricordare Cesare. Poi a fine maggio ospiteremo la finale e anche quel giorno (il 28 maggio) ci sarà un ricordo. E ho proposto alle due squadre di Milano di mettere una targa all’interno dello stadio, ragioneremo dove con Milan e Inter»: a dichiararlo, l’assessore allo Sport del Comune di Milano, Chiara Bisconti parlando delle iniziative sul tavolo per ricordare Cesare Maldini.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo