L’Alma non manca l’appuntamento Suo il derby regionale, Udine ko

TRIESTE. L’Alma Trieste cala la cinquina, vince il derby contro la Gsa udine per 78-71 e chiude la serata come tutti qui sognavano da mesi: con la squadra sotto la curva, con la sciarpata biancorossa sopra di loro con l’intera curva vestita di rosso a cantare e sfottere i tifosi udinesi confinati di fronte a loro e obbligati a passare sotto queste forche caudine sui generis. È stata festa, come si voleva, con tanto di record di spettatori, 6.703. Ma sul parquet è stata una partita che fino a mezzo minuto dalla fine non si poteva dire chiusa, nonostante il +20 triestino a 7’ dalla fine. E di questo va dato merito a entrambe le squadre. Perché se l’Alma, dopo aver condotto per l’intero match, ha vinto in maniera limpida, tanto di cappello va tolto alla Gsa, che all’assenza di Zacchetti ha dovuto aggiungfere quella di Truccolo della vigilia.
Due giocatori così la Gsa non può regalarli a nessuna avversaria, ma pure è stata lo stesso capace di tenere testa per lunghi periodi all’Alma e capace di riaprire il match quando sembrava chiuso. Ha avuto in Ray l’uomo squadra, che da solo ha segnato la metà dei punti complessivi dei suoi, in parte supportato da Cuccarolo e Castelli. In tre non potevano spuntarla contro una squadra intera, compatta e unita, che ha ruotato in campo 10 uomini, ne ha mandati a referto 8, ha avuto leader diversi nel corso del match. da Green a Pecile, da Prandin al monumentale Da Ros, a Parks che ha segnato poco ma ha preso rimbalzi.
Tutti hanno difeso alla morte depotenziando pesantemente Udine, tutti si sono divisi il fatturato offensivo. E la classifica adesso ride, indipendentemente da come andranno oggi le altre partite, sotto il sesto posto l’Alma non potrà scendere.
Il via all’Alma lo dà Green, che piazza i primi 8 biancorossi, a cominciare dalle due bombe. Dall’altra parte c’è Ray, ma c’è anche Traini, che smazza un paio di assist illuminanti in area e così i primi 5’ sono in equilibrio, 12-10 per i biancorossi. Ma subito dopo l’Alma inizia ad alzare i giri del motore, Green va subito in doppia cifra e con l’imbucata di da Ros c’è il primo allngo, 16-10 al 6’. E sempre Javonte, con la sua terza bomba in 8 minuti, apre la strada alla doppia cifra di vantaggio, che Prandin concretizza dalla lunetta, 23-12 dalla lunetta. La Gsa poggia il gioco (o forse se lo prende lui) su Ray, che canta e porta la croce, ma la rete difensiva biancorossa gli toglie ogni spazio di movimento, costringendolo addirittura un paio di volte a morire con la palla in mano alla fine dei 24”. Lardo usa la zona per provare ad allontanare l’Alma dal canestro, ma in realtà i biancorossi muovendo la palla continuamente la bucano tanto da sotto, quanto dall’arco. E con una difesa di grande cattiveria rendono a Udine estremamente difficoltoso ogni avvicinamento a canestro. Il 32-18 del 16’ è lo specchio di questa situazione.
Con un parziale di 9-0 a cavallo dell’intervallo la Gsa si riavvicina pericolosamente fino al -7, 34-27 al 21’ grazie a Ray e Traini. Ma il break lo spezzano Prandin con una bomba e Parks con una schiacciata. L’Alma riprende il controllo di sè e del match innanzitutto con la difesa e con lo tsunami di voci che la spinge dagli spalti. Le bombe di Pecile e Prandin in rapida sequenza riportano le cose esattamente com’erano prima (+14, massimo vantaggio, 46-32) e a metà del terzo quarto tutto lo sforzo udinese negli ultimi 7 minuti per cercare di riaprire il match è completamente vanificato. Ray prova a fare tutto da sè, ma di fronte ha una squadra, con un quintetto tutto italiano nel quale Da Ros si prende la leadership assoluta, lasciando che Green, Parks e Pecile riposino in panca per il finale.
Il quintetto italiano fa scempio della Gsa e sale in finale di terzo quarto fino al +19, 61-42, con un break di 9-0. Virtualmente la partita potrebbe essere chiusa a 7’ dalla sirena, con la tripla del 66-46 di Lollo Baldasso. Ma l’Alma commette l’errore di pensare che il risultato sia al sicuro e si placa, Udine spinta dall’one man band Ray inizia a risucchiare il divario e con un parziale di 19-8 scende sotto i 10 punti di ritardo, 65-73, quando mancano quasi 100 secondi alla fine. Un’eternità. Ma dalla linea del tiro libero l’Alma riesce a congelare la rimonta udinese.
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