L’amarezza di Castrogiovanni

Prima accusa l’arbitro, poi ci ripensa: colpa nostra

ROMA. Martìn Castrogiovanni, primo ciak: «Ognuno deve fare bene il proprio mestiere. In mischia? Qui nel rugby certe cose non si possono dire». L’incontro è appena finito, lui ancora sul campo. È chiaro a tutti che ce l’ha con i gallesi ma anche con Romain Poite, arbitro francese dell’incontro. A una settimana dalla squalifica di Sergio Parisse per offese all’arbitro nel campionato francese non è un bel segnale. Castrogiovanni se ne rende conto. Dieci minuti dopo, in conferenza stampa, secondo ciak, si torna nell’alveo della tradizione rugbistica. «Non è di questo sport criticare l’arbitro. Se noi avessimo fatto bene il nostro lavoro non ci sarebbe stato bisogno delle sue decisioni. Siamo noi, io per primo, che non abbiamo gestito bene la mischia. Se sei superiore e non ti fai mettere in difficoltà dall’avversario, non c’è niente da sanzionare».

Leonardo Ghiraldini, tallonatore azzurro, non vuol sentire parlare dell’arbitro, è ben consapevole che la mischia italiana ieri ha sofferto più del dovuto contro i gallesi. «La soluzione? Lavorare molto su questo, avevamo cercato di prepararci al loro modo di entrare in mischia, ma durante l’incontro non siamo riusciti a prendere le contromisure, l’arbitro ha sanzionato quello che ha visto». Castrogiovanni si sente mortificato anche per il cartellino giallo che ha lasciato gli azzurri in 14 contro 15: «Come mi sento? Io non ci sto a perdere nemmeno alla playstation, figurarsi sul campo. Mi sento onorato di essere il capitano di questa squadra e cercheremo di tornare i più forti già da Londra, anche se sappiamo che non sarà facile». (al.ce.)

©RIPRODUZIONE RISERVATA

Riproduzione riservata © Il Piccolo