Lo Duca: nella mia Pallamano rivedo lo spirito degli anni ’80

TRIESTE. È da sempre l'anima e il motore primo della Pallamano Trieste. Ventotto anni da allenatore, gli ultimi quindici da presidente: Giuseppe Lo Duca comincerà tra qualche giorno la sua quarantatreesima stagione alla guida del sodalizio più vincente dello sport triestino. Le mille battaglie e le enormi difficoltà affrontate per tenere in piedi la barca biancorossa non hanno fiaccato il grande entusiasmo con cui vive da sempre quella che considera una missione: mantenere la pallamano triestina ai massimi livelli.
Una storia fatta di tante vittorie ma anche di momenti difficili nei quali, complici le difficoltà economiche, la società è stata a un passo dal chiudere i battenti. Per salvare la baracca Lo Duca si è trovato di fronte a una scelta obbligata: rinunciare a vincere puntando solo sul suo settore giovanile. Decisione difficile per una società abituata a primeggiare ma che, alla luce dei fatti, si è rivelata vincente. Dalle ceneri dell'autoretrocessione in serie A2 è nato un gruppo di giovani triestini tornato a costituire la base della società.
Un tuffo nel passato che oggi può costituire il nucleo grazie al quale tornare a garantirsi un futuro. «Per natura - racconta Lo Duca- non sono abituato a pensare al passato ma certo il gruppo di quest'anno mi ricorda molto quello dei primi anni Ottanta. Eravamo un gruppo di triestini rinforzato dal portiere Puspan, l'unico straniero della squadra. Si parlava in dialetto e questo grande spirito di appartenenza aveva creato una comunione d'intenti con la città tanto è vero che il pubblico che domenicalmente ci seguiva era numericamente davvero notevole. C'è molto dello spirito di quella squadra nel gruppo che si è formato in questi anni: la mia speranza è che, come allora, la città e i tifosi riescano ad apprezzare fino in fondo gli sforzi che abbiamo fatto in tutti questi anni».
Pronti a ricominciare, dunque, consapevoli delle difficoltà da affrontare in una stagione che con la rinnovata formula della nuova Elite si presenta particolarmente impegnativa. «Questa rivoluzione - sottolinea il prof - ha scombussolato gli equilibri di un campionato che con i tre gironi divisi per aree geografiche ha limitato i posti disponibili per i play-off. Partiamo senza obiettivi precisi se non quello di continuare a dare spazio ai nostri giovani. La scelta di rinunciare a Modrusan per lanciare Zaro e Postogna va letta in questo senso. Credo che i nostri ragazzi abbiano margini di crescita: dalla loro maturazione e dal rendimento dei giocatori più esperti tra i quali annovero anche l'ultimo arrivato Martellini dipenderanno le fortune della nostra stagione».
Una stagione da interpretare in un girone che ha una sola certezza, la leadership dei campioni d'Italia del Bolzano. «Loro sono indiscutibilmente i favoriti - conclude Lo Duca - non solo del girone settentrionale ma anche di tutto il campionato. Dietro ai campioni d'Italia vedo equilibrio: ci sarà da battagliare ogni settimana e questo credo sia positivo per il processo di crescita e maturazione dei nostri ragazzi. Con Bressanone e Pressano possiamo essere protagonisti ma attenzione alle novità: proprio Cassano Magnago che affrontiamo nella gara d'esordio può candidarsi come una delle sorprese del campionato».
Lorenzo Gatto
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