Madonna di Campiglio Marco e tre salite dure
«Ho ancora in mente quell’immagine shock: Marco che esce dall’Hotel Touring circondato dai carabinieri. Fino a due ore prima era un eroe e in quel momento usciva dall’hotel come un brigante. Ecco, mi rimane questo di quella giornata. Un giorno che ha cambiato la storia del ciclismo».
Philippe Brunel è la penna di punta del ciclismo per L’Equipe. Un faro nel ciclismo mondiale. Tocca a lui ricordare così Madonna di Campiglio e quel sabato 5 giugno 1999. Marco Pantani cacciato dal Giro per l’ematocrito oltre il 50%. Lui, la maglia rosa. Che aveva dominato il Giro ed era visto come un eroe. «Quell’immagine però non deve essere dimenticata. Se il ciclismo ora è cambiato lo deve anche a giorni come quello», conclude Brunel. Sulla caduta del mito Pirata, il giornalista francese ha scritto forse il libro più bello delle decine pubblicati in questi anni “Gli ultimi giorni di Marco Pantani” In quelle pagine Madonna di Campiglio è un termine ricorrente. È l’emblema di quel ciclismo borderline, ancorato a una percentuale di ematocrito buttata là come ancora di salvezza fittizia contro la deriva doping.
Oggi il Giro torna a Madonna di Campiglio in una delle frazioni più attese. Mancherà Marco Pantani. Da alcuni anni la corsa rosa gli dedica la montagna più affascinante. Bello, ma sarebbe stato meglio vederlo ancora in carovana Marco. Nel suo ricordo oggi correranno la maglia rosa Alberto Contador, uno cresciuto inseguendo il mito di Pantani, e Fabio Aru, che a tanti ricorda la sfrontatezza del giovane Pirata. Il tappone domenicale, quello piazzato nel giorno festivo dagli organizzatori per fare il botto di ascolti tv e di pubblico sulle strade, sarebbe piaciuto alla bandana di Cesenatico.
Da Marostica i km sono 165. Dopo 60 il primo Gran premio della montagna, La Fricca, quasi 10 km. Al km 134 invece l’asperità più dura di giornata: Passo Daone. I km di salita sono 8,4, il dislivello è di 775 metri, ma la strada si impenna anche in alcuni punti al 14%. Lo scollinamento è a 30 km dal traguardo. Chi avrà forza di attaccare dopo la cronometro di Valdobbiadene qui può trovare terreno fertile. Discesa e, da Pinzolo, salita finale.
Si arriva oltre il paese di Madonna di Campiglio, due chilometri più in là dell’ultima vittoria al Giro di Marco Pantani. L’ascesa quindi è più dura del solito. Ma non impossibile. Quindici km e mezzo, pendenza media poco sotto il 5,9% e punte massime del 12%. Eccolo il tappone del Giro. Spazio per gli uomini di classifica con birra in corpo, ma da non sottovalutare l’ipotesi fuga da lontano per pesci medio-grossi attardatisi nella generale. Di corridori sulla strada della crono impegnati a salvare la gamba in vista di imprese future ne abbiamo visti molti ieri.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo