Marco Bazzara lo stratega «Ma il nostro non è solo sport quanto una filosofia di vita»

Per i Bazzara le passioni si coltivano in famiglia. Vale per il caffè, con l’azienda di torrefazione che li vede tutti coinvolti. E vale per le arti marziali, cinesi soprattutto: nel kung fu papà Franco cintura nera e lo zio Mauro campione nazionale, mentre il fratello Andrea è sia fighter di vaglia che valente judoka. E poi lui, Marzo Bazzara: cintura nera di judo, terzo dan (in attesa del quarto) in lotta cinese e un debole anche per la kick boxing.
In famiglia è comunque il kung fu - del quale il sanda è, diciamo così, l’applicazione sportiva - la passione di sempre. Si combatte con i pugni (protette da guantoni tipo pugilato), con le gambe e anche con le proiezioni, tipo judo o lotta grecoromana, per intenderci. Il riferimento è un maestro malese, Choo Kang Sing, transitato per la Cina dove appunto ha assorbito tutti i segreti del kung fu. Da tempo però, stanco delle velleità e delle rivalità formatesi nel settore, il maestro ha deciso di ritirarsi: dopo anni dal suo ritiro nessuno sa dove si trovi!
Marco però ha imparato e ha imparato bene, facilitato, se così si può dire, dall’aver praticato anche il judo. «In Italia - spiega - siamo riuniti nella Federazione Wishu Kung Fu, che organizza anche la selezione nazionale di cui faccio parte. A livello europeo la scuola più temibile è quella francese, a livello mondiale stanno crescendo sempre più realtà quali l’Iran o l’Azerbaijan». Ma Marco non si spaventa: in carriera ha vinto nove Mondiali con le varie federazioni, salendo sul podio praticamente in tutti i tornei internazionali cui ha partecipato. L’ultimo poche settimane fa ad Atene: 100.mo incontro, 99.ma medaglia.
«La nostra è la scuola del “Lam kiun pak toi”, in cantonese “pugno del Sud, calcio del Nord” - spiega ancora Marco -, un’arte marziale che educa a una vera filosofia di vita: uno stile molto marziale, vicino al karate, molto duro sia fisicamente che mentalmente. Non si diventa dei semplici atleti, ma dei vari capi nella vita. E non a caso poi nei palasport di tutto il mondo sono noto come lo stratega: avendo praticato diverse discipline ho la capacità di trarre da ciascuna di esse quanto mi serve nella gestione di ogni singolo combattimento, so adattarmi a contesti di gara sempre diversi. Un’altra mia caratteristica è poi una tecnica molto pulita, quella che ad esempio mi ha fatto vincere uno dei miei primi mondiali in una finale contro un avversario azero».
E il futuro cosa riserva a Marco Bazzara? «Mi piacerebbe partecipare al circuito kick boxing, anche per dimostrare che un “sandista” può praticare, al top internazionale, anche altre arti marziali. E sul piano personale curare sempre più il mio aspeto tecnico». —
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