Merckx? Cuore matto. E correva rischiando

Il campione è da sempre affetto da una cardiopatia per la quale oggi non avrebbe superato i controlli

ROMA. Più Cuore Matto che Cannibale. Difficilmente oggi Eddy Merckx sarebbe diventato quel che è stato.

Una “cardiomiopatia ipertrofica non ostruttiva” lo avrebbe fermato prima, perché non gli avrebbe permesso di superare i controlli medici attuali. Ma negli anni Sessanta e Settanta con un elettrocardiogramma sotto sforzo si otteneva il via libera all’attività agonistica. E per la sua salute garantivano le vittorie: cinque Tour de France, altrettanti Giri d’Italia, una Vuelta di Spagna, tre mondiali su strada. Solo per citare i più importanti.

Eppure Merckx apparteneva - e lo si scopre solo oggi - alla schiera degli atleti dal “cuore matto”, come Franco Bitossi e Nwankwo Kanu. Sportivi che comunque non si sono privati di una carriera ad alto livello. Lo rivela la più recente biografia del campione belga, scritta da Daniel Friebe e anticipata dal quotidiano De Morgen. Vi è riportato lo studio di un cardiologo italiano, Giancarlo Lavezzaro, che aveva sottoposto ad esami Merckx in occasione del Giro del 1968, primo suo successo in una grande corsa a tappe. «Con questa diagnosi, molti atleti al giorno d’oggi non ottengono l’idoneità - spiega Lavezzaro -. Pur in assenza di sintomi, esisteva un reale rischio di morte improvvisa».

Lavezzaro scrisse una lettera al medico personale di Merckx, che però non giudicò la situazione preoccupante. E, secondo la biografia, non avvertì mai il corridore delle conclusioni cui era giunto Lavezzaro. Colui che è considerato il più grande ciclista di sempre, insaziabile nelle vittorie tanto da meritarsi quel soprannome che da sempre lo accompagna, avrebbe quindi corso e vinto (tantissimo) con questa spada di Damocle sulla testa. E del tutto inconsapevolmente: «Ho sempre saputo di avere un cuore speciale, particolare, grosso - ha risposto, sorpreso, interpellato dal giornale - e nella famiglia di mio padre ci sono stati diversi problemi cardiaci, in quanto sia lui che alcuni zii sono morti giovani: per questo facevo un controllo ogni anno, ho preso delle medicine, ma non ho mai avuto problemi».

Sorpreso appare lo stesso Bitossi: «Dice di non aver mai sospettato nulla? Gli credo. Andava forte, troppo forte per accorgersi di avere un “cuore matto” come il mio».

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