Muore in campo Vigor Bovolenta

MACERATA. Pallavolo italiana sotto choc per la morte del centrale ed ex azzurro Vigor Bovolenta, 37 anni, stroncato da un malore sul campo a Macerata, dove era impegnato nel match di B2 tra la sua Volley Forlì e la Lube. Secondo i primi accertamenti, a causare la morte sarebbe stato un problema cardiaco. Già in passato Bovolenta aveva sofferto di alcune aritmie che, a metà degli anni Novanta, lo avevano costretto a uno stop di quattro mesi, ma poi tutto sembrava essere tornato nella norma, tanto che Bovolenta aveva sempre superato tutti i controlli medici. Solo l’autopsia, in programma quest’oggi, potrà fare maggiore chiarezza.
Il dramma si è consumato sabato sera, sul campo di Macerata: Bovolenta, nel terzo set, si è presentato sulla linea di battuta, ha gettato la palla dall’altra parte e ha chiesto aiuto. «Mi gira la testa, aiutatemi che cado» ha detto ai compagni. Si è toccato il fianco sinistro, vicino al cuore, e si è accasciato a terra. A nulla sono valsi i soccorsi dei sanitari del 118 a bordo campo: Bovolenta è stato trasportato in condizioni disperate all’ ospedale di Macerata, ma tutti i tentativi dei medici sono stati vani. L’atleta, che avrebbe compiuto 38 anni il 30 maggio, è morto poco dopo, tra le lacrime dei compagni di squadra, dell’allenatore Stefano Mascetti e dei giocatori e dirigenti di Macerata. Bovolenta lascia la moglie Federica (anche lei ex azzurra) e i suoi quattro bambini, Alessandro, Arianna, Aurora e Angelica.
Vigor Bovolenta era nato a Contarina, in provincia di Rovigo. La sua carriera è stata costellata di grandi successi, già nelle categorie giovanili. Campione d’Europa con la nazionale juniores nel 1992, ha esordito in quella assoluta con Julio Velasco, pochi giorni prima di compiere i 21 anni. In azzurro ha disputato 206 partite, vincendo l’argento olimpico nel 1996, la World Cup 1995, gli Europei 1995 e 1999 (argento nel 2001 e bronzo 1997), tre edizioni della World League 1995, 1997 e 1999. Ha chiuso la sua carriera in nazionale giocando la sua seconda Olimpiade a Pechino 2008.
Altrettanto esaltante la sua carriera con il club. Con la maglia di Ravenna ha vinto uno scudetto, 3 Coppe del Campioni, una Coppa Italia, una Coppa Cev e due Supercoppe Europee. Poi la sua carriera è proseguita a Ferrara, Roma, Palermo, Modena, Piacenza, Perugia, Forlì. Proprio in Romagna, la sua terra d’adozione, ha salutato la serie A e, spinto dall’inesauribile passione, aveva deciso di rimanere in campo giocando in B2 ed iniziando una nuova carriera dirigenziale. «Nel momento in cui ho scelto Forlì - spiegava l’atleta in una lettera aperta - sapevo che non sarebbe stato semplice. Ho deciso di rimanere qui, lavorando alla ricostruzione di questa squadra, convinto in questo anche dalla volontà di rimanere vicino alla mia famiglia, che mi ha dempre seguito nelle varie città in cui ho giocato. Dopo che loro sono stati al mio fianco, credo sia arrivato il momento che io cammini al fianco loro».
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