Muore travolto in pista sotto la pioggia battente

La vittima a Mosca è l’italiano Antonelli, pilota di Superbike

MOSCA. Tragedia in pista a Mosca. Il 25enne centauro italiano Andrea Antonelli è morto in seguito alle ferite riportate in un drammatico incidente sul circuito di Mosca dove si svolgeva, sotto una pioggia battente, una gara del mondiale Supersport. Un incidente che ricorda quello avvenuto a Marco Simoncelli, in Malesia nel 2011,: anche a Mosca il pilota finito per terra a 250 all'ora è stato travolto dalla moto di un altro italiano, l'incolpevole Lorenzo Zanetti. Un impatto che non ha lasciato scampo.

Antonelli è stato subito trasportato al centro medico del circuito ma ben presto le sue condizioni sono apparse gravissime. Il ragazzo ha perso conoscenza ed è morto poco dopo.

Antonelli con la sua Kawasaki stava partecipando a una gara di Superbike (categoria Supersport) cui prendono parte le moto che le aziende producono in serie e mettono in commercio, sebbene poi le scuderie le potenzino a piacimento. Sul circuito moscovita si correva la settima gara valida per il mondiale e il giovane italiano è partito dalla seconda fila. Già prima del via la pista era bagnata. Sul circuito di Mosca pioveva a dirotto, ma nessuno ha pensato di sospendere temporaneamente la partenza o rinviare la corsa a un'altra data. L'asfalto era ovviamente viscido, la visibilità limitata dalla pioggia ma anche dagli schizzi.

Pronti via, alla fine del primo giro di pista, su un lunghissimo rettilineo, in coda al gruppo alcune moto si toccano, in una nuvola di schizzi che toglie visibilità anche alle immagini tv. Non si sa chi tocca chi. Pochi metri ancora e Antonelli perde il controllo della sua Kawasaki ZX-6R del Team piemontese GoEleven, e finisce per terra alla velocità pazzesca di 250 kmh. Proprio dietro di lui alla stessa andatura sopraggiunge Zanetti, bresciano 25enne, alla guida di una Honda della scuderia olandese Ten Kate. Zanetti non può far nulla per evitare Antonelli. L'urto è violentissimo. Il pilota a terra viene centrato in pieno alla testa dal bolide del collega, trascinato per metri sul prato e sull'asfalto. Una dinamica simile a quella che costò la vita a Marco Simoncelli sul circuito di Sepang, il 23 ottobre 2011. Quel giorno il Sic, grande stella della Motogp, fu travolto dalle moto di Colin Edwards e Valentino Rossi.

Immediati, a Mosca, sono i soccorsi per lo sfortunato pilota umbro, e gara interrotta. Ma la gravità delle ferite è subito evidente, i medici rinunciano perfino a far trasportare in elicottero il giovane in un'altra struttura medica. Tentano il tutto per tutto. Antonelli muore poco dopo, per frattura alla base del cranio. La gara prima sospesa, viene poi annullata. Cancellate tutte le altre competizioni previste nel pomeriggio, compresa la gara 2 di Superbike in cui era impegnato Marco Melandri, già vincitore della gara 1. Decisione tardiva, e polemiche inevitabili.

Antonelli era nato il 17 gennaio 1988 a Castiglione del Lago (Perugia), e aveva cominciato a correre giovanissimo; fin da piccolo aveva manifestato una passione enorme per le moto e la velocità, e coraggio da vendere. Prima le minimoto, che poi sono mini soltanto di nome perché dotate di motori potenti, poi via via mezzi più impegnativi. Nel 2007 Antonelli è arrivato secondo nel campionato europeo Superstock 600. Questa era la sua stagione, ci credeva e aveva il sostegno del suo team e della sua famiglia. Il padre lo seguiva dappertutto nelle gare, e anche oggi era lì nel box, ed ha visto sui monitor tv lo svolgersi della tragedia.

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