Mussini da Pesaro resta a casa a Muggia per amore «Mi alleno in giardino»

TRIESTE

Compleanno particolare quello che lo scorso 12 marzo ha visto Federico Mussini festeggiare ventiquattro anni. La sua società, la Victoria Libertas Pesaro, aveva appena annunciato la positività al Covid-19 di due tesserati: per questo motivo, dopo un periodo di autoquarantena, ha deciso di raggiungere Muggia per fermarsi e capire come proseguire la stagione.

«Non ho fatto grandi festeggiamenti - conferma Federico - dopo lo stop del campionato e prima del decreto che ha trasformato l'Italia in un'unica zona rossa, ho deciso di venire a Trieste e di fermarmi con la mia ragazza Teresa a casa dei suoi genitori». Muggia come "buen retiro" di un giocatore che, nonostante il periodo e l'impossibilità a uscire di casa, cerca di mantenere un minimo la condizione atletica. «Bisogna abituarsi a un modo di vivere al quale non eravamo abituati - racconta Mussini - è doveroso visto il momento e tutto quello che sta succedendo. C'è chi sta facendo grandi sacrifici, è giusto che ognuno di noi faccia la sua parte. Qui, per fortuna, c'è un giardino che mi consente di fare un po' di attività fisica. Cerco di seguire il programma che ci ha dato il nostro preparatore atletico anche se in questo momento, più che sulle gambe, sto cercando di concentrarmi sulla parte alta del corpo».

Nonostante il campionato sia interrotto ormai da diverse settimane, Mussini resta in contatto con i suoi compagni di squadra, anche con gli americani che sono rientrati a casa. «Abbiamo un gruppo e cerchiamo di restare in contatto, ci raccontiamo la quotidianità, cerchiamo di sdrammatizzare il momento anche per cercare di alleggerire un po' la tensione che si respira ogni giorno».

Difficile pensare alla possibilità che, in caso di ripresa del campionato, gli stranieri possano tornare. «Decisamente difficile - conclude Mussini - un po' per un discorso di volontà, un po' perchè potrebbe proprio non esserci la possibilità di farlo se, come succede in questi giorni, i confini dovessero essere bloccati. Aldilà di questo ci tengo a dire che mi sembra davvero difficile pensare che si possa ripartire. Da quello che leggiamo e sentiamo la situazione è molto seria e si aggrava di giorno in giorno, penso che proprio alla luce di questo ci siano priorità che mettono lo sport ai margini della nostra vita. Prima di chiederci se il campionato di pallacanestro potrà ripartire cerchiamo di trovare il modo di aiutare tutte le persone che in questo momento stanno soffrendo». —





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