Niente Cina per Armen, il fighter sconfitto dalla burocrazia

GORIZIA. Prima o poi doveva capitare e alla fine è capitato. Armen Petrosyan è rimasto a terra. Il ko burocratico è arrivato. Ieri l’aereo per la Cina è decollato da Milano senza di lui. I timori della vigilia sono purtroppo diventati realtà: le autorità di Pechino non gli hanno concesso il visto e il fighter armeno-goriziano ha così dovuto rinunciare al torneo Kunlun Fight World Max 2014. Sabato a Henan avrebbe dovuto affrontare negli ottavi di finale della manifestazione di kickboxing l’australiano Victor Nagbe.
Fino all’ultimo i promoter asiatici avevano sperato di poter superare gli ostacoli della burocrazia e di poterlo avere con loro; la speranza è stata però disattesa. Le autorità cinesi sono state inamovibili: non hanno riconosciuto il titolo di viaggio presentato dall’atleta del Team Satori che, pur risiedendo da più di 10 anni in Italia e combattendo per l’Italia, risulta essere formalmente un rifugiato politico e per questo, come anche suo fratello Giorgio, non è in possesso di alcun passaporto. Ad ogni trasferta al di fuori dell’Area Schengen, per ottenere il visto entrambi devono avviare una complessa trafila burocratica che coinvolge ambasciate e i ministeri. Fino a ieri, anche se in extremis e tra molte incertezze, il via libera era sempre arrivato. Questa volta no: non c’è stato nulla da fare. Di fronte alle resistenze di Pechino, martedì sera gli organizzatori dell’evento hanno così deciso di sostituire il nome di Armen con quello dell’estone Edvin Erik Kibus.
«Tra allenamenti ferrei e dieta – osserva l’allievo del maestro Alfio Romanut che fino all’ultimo ha creduto di potersi imbarcare -, ho fatto un mese di sacrifici per niente: non c’è solo l’amarezza per questo torneo perso, c’è il fatto che ogni match apre nuovi scenari e offre ulteriori possibilità di combattimento. Per un professionista sono cose molto importanti».
A smorzare e compensare in parte la delusione e la rabbia per l'occasione persa, c’è però una buona notizia; e la una buona notizia è legata proprio al rilascio del passaporto. Sempre martedì i Petrosyan sono stati informati del fatto che l’iter per l'ottenimento della cittadinanza è ormai giunto in dirittura d’arrivo. La loro richiesta ha solo bisogno di un’ultima firma. Questione di poco: entro un mese tutto dovrebbe essere finito. Anche se resta il dispiacere per il ritardo che ha impedito ad Armen di volare in Cina, la vicenda sembra essere arrivata all’atteso epilogo.
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