Pecile: «Io e Cavaliero, consigli ed entusiasmo per i giovani triestini»

TRIESTE. «Lo rifacciamo. Con ancora più entusiasmo di prima, con lo stesso obiettivo: trasmettere ai giovani giocatori triestini la nostra passione». Andrea Pecile, chiusa la stagione da giocatore a Pesaro, si è calato da qualche settimana nelle vesti di creatore-animatore-organizzatore, insomma anima tuttofare, del camp di Trieste Tropics che scatterà sul campo di Guardiella dal 23 giugno. Iscrizioni praticamente chiuse, pienone e successo facilmente preventivabili. Al suo fianco, Daniele Cavaliero.
«Giochiamo entrambi lontano da Trieste ma siamo triestini ed è qui che abbiamo cominciato ad amare il basket. Questo è l’unico modo che conosciamo per cercare di restituire quello che abbiamo ricevuto e trasmettere cosa ci hanno insegnato - racconta Pecile - Mi ricordo ancora di quando, ragazzino, partecipai a un camp del Santos e mi feci una foto accanto a Cantarello, Sartori e Larry Middleton. Ero un ragazzetto che amava la pallacanestro e non mi pareva vero di poter trascorrere un po’ di tempo insieme ai giocatori “veri”. Sensazioni che io e Cavaliero vorremmo trasmettere ai “muli” di oggi. Magari con l’aiuto di qualche amico».
Amicizie che hanno cognomi noti. «Dalmasson, Boniciolli, Jogan, Ponga, Praticò, per dirne qualcuno. Sergio Posar per raccontare cosa significa un carriera a svezzare promesse nel minibasket. Cerebuch e Bartoli per proporre il basket visto dalla parte degli arbitri. O Federica Macrì per parlare di ginnastica e capire i mille volti, tutti belli, dello sport. Nel basket come in altre discipline è importante lavorare sulla tecnica ma chi vi si avvicina deve comprendere completamente come si vive lo sport. Io e Cavaliero ad esempio abbiamo partecipato al progetto per una scuola di tifo a Bologna. Siamo andati nelle scuole elementari e medie, abbiamo parlato di come va vissuto lo spettacolo del basket. Ci proviamo senza voler calarci nel ruolo degli insegnanti ma semplicemente cercando di regalare qualche utile consiglio da fratelli maggiori».
Pecile e Cavaliero hanno “ingaggiato” oltre a Donato Cutolo, ex Biancoblù Bologna, anche i giocatori della Pallacanestro Trieste. «Ma ci auguriamo con tutto il cuore di non vedere in Strada di Guardiella Michi Ruzzier e Stefano Tonut...Li accoglieremo sempre a braccia aperte ma tifiamo perché si giochino le loro chances con la Nazionale Sperimentale. Un po’ di Trieste in azzurro sta sempre bene». A proposito di azzurro, c’è anche un fan a distanza. «Gigi Datome ha partecipato alla prima edizione del camp. Grande amico, grande giocatore. Ma allora era un po’ meno importante...»
Esaurita la settimana del camp, “Sunshine” Pecile si concentrerà su un’altra creatura. «Alle Olimpiadi delle Clanfe non si può rinunciare. Anzi, quasi quasi potrei proporre ai ragazzini del basket di provare a cimentarsi anche in questa specialità...Sarebbe un’idea: una classifica combinata, tiri da tre punti e “clanfini”».
Riemerso dai tuffi, tornerà il momento di rimettersi canottiera e calzoncini. E chissà se anche quest’estate si riaffacceranno i ciclici tormentoni del basketmercato su possibili approdi a Valmaura. «A Pesaro mi sono trovato bene e l’anno scorso per la prima volta mi sono sistemato già a inizio agosto. L’impressione è che il momento attuale del basket italiano sia così delicato e complesso che le società inizieranno a pensare agli organici piuttosto tardi. Trieste? C’è stata una sola volta in cui siamo stati veramente vicini. Due campionati fa. Poi l’Acegas, anche in considerazione di una collaborazione con Milano, scelse Filloy. Niente da dire. Mi preferirono uno buono, mica l’ultimo arrivato». (ro.de.)
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