Pesca sportiva, Cocciolo al quinto titolo iridato

Successo di club in Francia nella canna da natante. Con lui anche un altro triestino, Gabriele Brunettin

TRIESTE

Il mare è la sua vita, i pesci sono la sua passione. Con questi tratti non poteva che gareggiare molto e vincere spesso in uno sport come la pesca sportiva, attività che coltiva sin dalla infanzia.

Bruno Cocciolo ha colto il titolo mondiale per clubs, nella specialità “canna da natante”, una dei vari settori che caratterizza la pratica sportiva dei cultori di amo e lenza.

A riportare su un podio internazionale il quarantaduenne triestino, è stata la tappa iridata andata di scena in Francia, nelle acque di Martigues, teatro di un campionato mondiale che ha radunato in realtà squadre di club solo dall'ambito europeo (tredici rappresentative in tutto di cui tre tricolori), precisamente, oltre che dall'Italia, anche da Spagna, Portogallo, Belgio e dalla stessa Francia.

Bruno Cocciolo ha saccheggiato i mari francesi difendendo i colori del club bolognese “Lenza Emiliana Tubertini”, un team che raduna pescatori provenienti da tutta la Penisola e dove figura anche un altro triestino, Gabriele Brunettin, abile e arruolato in veste di riserva ai campionati mondiali svoltosi di Francia e abituale compagno di spedizioni di Cocciolo.

Tre le giornate di pesca, fondali dai dieci ai trenta metri, canne lunghe al massimo cinque metri munite di trenta grammi di piombo minimo, dove venivano sacrificati vermi forniti dalla organizzazione, tutti provenienti, sembra, dalla Corea; forse i più vispi sul mercato. Questo il teatro e le “armi” consentite sulla ribalta mondiale della pesca sportiva.

I trofei di caccia? Si chiamano saraghi, donzelle, tordi, boghe ma anche sciarrani e pagelli; insomma le razze da conquistare con destrezza e a chili, rispettando alcuni speciali parametri di caccia. E' abituato a vincere Bruno Cocciolo, atleta giunto al suo quinto titolo mondiale, uno che al mattino si dà da fare per lavoro proprio dietro al banco di una pescheria e quando può vola in riva al mare (o su un natante appunto), ma non per rilassarsi, anzi: «A questi livelli conta molto l'esperienza – sostiene Cocciolo – ma quasi una sorta di sesto senso affinato nel tempo».

E dire che voleva smettere del tutto con lenza, vermi e ami, caduto anche egli, per ben otto anni, nella fatidica “mancanza di stimoli”. Ora è tornato, ha vinto e annuncia: «Ho l'agonismo dentro – garantisce il neo campione iridato – fino ai cinquant’anni almeno non mi fermerò».

Francesco Cardella

Riproduzione riservata © Il Piccolo