Princivalli: «Contro il Vicenza la Triestina ha una chance»
L’ex giocatore e allenatore alabardato parla a ruota libera della salvezza ottenuta nel passato, di quella possibile che questa Triestina cercherà di raggiungere compiendo un miracolo e della sfida di domenica: «Veneti più forti, ma risultato aperto. Tesser valore aggiunto»

Vent’anni fa Nicola Princivalli fu uno dei protagonisti alabardati della festa a Vicenza, quando la Triestina ottenne una merita ma sofferta salvezza in serie B nei play-out espugnando lo stadio Romeo Menti.
Anche quella volta c’era Attilio Tesser sulla panchina dell’Unione, sempre in un contesto societario piuttosto particolare, essendo appena arrivato Flaviano Tonellotto a rilevare la società dal presidente Amilcare Berti.
L’ex giocatore e allenatore alabardato parla a ruota libera della salvezza ottenuta nel passato, di quella possibile che questa Triestina cercherà di raggiungere compiendo un miracolo e della sfida di domenica che vedrà i rossoalabardati al Menti per chiudere il 2025.
Princivalli, cosa ricorda di quella salvezza di 20 anni fa?
«Per fortuna il ciclone Tonellotto non aveva avuto ancora il tempo per fare veri danni, anche se il cambio societario aveva già portato alcune problematiche. Fu un periodo difficile, noi giocatori e Tesser riuscimmo a tener duro e a ottenere una salvezza che meritavamo, perché eravamo una squadra forte che però sul cammino aveva incontrato delle difficoltà».
Adesso le cose sono molto diverse, c’è un Vicenza dominatore e una buona Triestina, che però ha tanti problemi: che partita sarà?
«Una partita a parte dal contesto del campionato. Fra le due squadre la differenza di qualità è netta e sulla carta non ci dovrebbe essere storia, ma il derby è una gara particolare e per la Triestina è l’occasione per cercare di fare qualcosa in più e uscire dal segno meno in classifica che può essere psicologicamente importante. E poi fare risultato con una corazzata del genere, porterebbe tanta fiducia».
Ma la Triestina ha davvero ancora qualche possibilità di salvarsi?
«Secondo me le possibilità per arrivare ai play-out ci sono: innanzitutto per il valore aggiunto che dà Tesser, ma anche per il livello del campionato che per fortuna è livellato verso il basso: per quanto visto finora parecchie squadre non arriveranno a fare tanti punti. Questo è un vantaggio per la Triestina, può portare a una quota play-out più bassa. In un campionato normale l’Unione avrebbe poche speranze perché la ritengo una squadra di metà classifica ma con dei limiti».
Però, Lei che da centrocampista se ne intende, un reparto con Jonsson, Ionita e Crnigoj è tanta roba, vero?
«Si, è un centrocampo che ha qualità ed esperienza, ma è un po’ datato, e la mancanza di freschezza può portare problematiche a lungo termine, soprattutto in una rincorsa in C. Poi è evidente che le lacune sono soprattutto in attacco».
Prime impressioni della nuova proprietà?
«Oltre al fatto che si è appalesata un po’ tardi, devo dire che continuo a nutrire delle perplessità, soprattutto quando sento che non ci sarebbero i soldi per lo stadio perché il Rocco costa troppo. E anche sul mercato invernale, diciamo che sei la Triestina e un tentativo per salvarti devi farlo comunque: anche questa sarebbe una dimostrazione importante per dare sicurezza ai tifosi. Insomma attendo di vedere mosse di un certo tipo per avere fiducia».
Quando tornerà in panchina?
«Quest’estate erano nate un paio di situazioni davvero interessanti, poi per sfortuna tra diesse che si sono dimessi o cambi societari, non sono andate in porto. Vediamo, io mi tengo aggiornato e se c’è qualche opportunità la colgo, sempre che il gioco valga la candela». —
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