Riccardo in vacanza boxando a Brooklyn con grandi campioni

TRIESTE. Né al mare, né in montagna, ma piuttosto una trasferta in America, lavorando sodo quotidianamente sotto la guida di pugili anche di rango olimpico. Qualcuno ama vivere le vacanze così, abiurando spiagge e riposo e optando invece per quattro ore al giorno di sacco, guanti e abbondante sparring.
Chiedere a Riccardo Rizzi, emergente pugile triestino della società Ente Porto allenato dai tecnici Degrassi e Romano, reduce dalla concretizzazione di un piccolo grande sogno, quello di potersi allenare negli States, all'interno degli spazi della Gleason's Gym, palestra nel cuore di Brooklyn, posizionata a pochi passi dal celeberrimo ponte.
Categoria Superwelter, 16 anni, studente dell'Istituto Carli e con un ruolino di marcia che parla al momento di 15 match, di cui 10 vinti e un pareggio. Riccardo Rizzi ha respirato lo sport sin dalla culla, confortato in ciò dai genitori, entrambi velisti internazionali, ma a scafi e regate ha sempre preferito un ring, il match e il respiro della "nobile arte". Nessun dubbio quindi nel voler tramutare le vacanze estive con una esperienza dai colori magici, a contatto con una boxe intensa e ricca quanto diversa dagli stilemi formativi conosciuti in Patria.
A propiziare l'avventura americana ci ha pensato papà Paolo, uno abituato a navigare in solitaria, per l'occasione artefice dell'approdo a Brooklyn. Circa un mese di soggiorno e quasi sempre in palestra, con due sedute quotidiane, al mattino dalle 8 alle 10.30 e nel pomeriggio dalle 16 alle 17, tra qualche congettura teorica («fai lavorare molto gli occhi, osserva bene...») ma soprattutto molta, moltissima pratica, anche con pugili di stazza maggiore, sulla base di 5 o 6 riprese da sparring: «Hanno una boxe diversa, con molto lavoro di gambe - rammenta Rizzi - mani basse e più dinamiche di tronco».
Singolare il suo battesimo. Con in tasca appena 5 dollari, una cifra insufficiente per accedere a un allenatore privato, Riccardo al primo giorno abbozza un riscaldamento, scuotendo il sacco a modo suo e in maniera piuttosto convincente, al punto da ammaliare tale John Douglas, ex professionista, olimpico ad Atlanta nel 1996: «Ragazzo, 5 dollari non bastano ma per te lo faccio gratis...».
Insomma, la scuola dell'Ente Porto fa da biglietto da visita e per il ragazzo si aprono le porte del mondo sognato tra l'epica di Marciano e la saga filmica di Rocky.
Il percorso continua però anche a casa. Lo attendono la riunione a Trieste del 10 settembre e lo sparring sempre intenso con l'amico/rivale Stefano Chiancone, l'altro pupillo portualino, ma tutto ora con maggior consapevolezza: «Penso all'ottica del professionismo - conclude Riccardo Rizzi - Il mio obiettivo dichiarato è questo».
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