Rigore sì, rigore no La Pro penalizzata, ma non sconfitta

GORIZIA. Il metro, da definizione, è l'unità base del sistema internazionale per misurare la lunghezza. Uno standard, uguale per tutti quelli che in quel sistema si riconoscono. Ecco, sul concetto di metro e del suo essere (o dover essere) uguale per tutti torna una volta ancora la Pro Gorizia, dopo lo 0-0 di Trieste sul campo del San Giovanni. E il motivo, è facile intuirlo, sono ancora le decisioni arbitrali. Al termine di una gara condotta con grande sicurezza e comandata nel gioco per oltre un’ora, la Pro Gorizia ha subito una flessione e ha rischiato seriamente di andare sotto quando, alla mezz'ora della ripresa, capitan Botta può calciare un rigore concesso per fallo di Bolicco. Braidot si è superato, parando il penalty e tenendo in vita i suoi, ma è quel che è successo poco dopo nell'area opposta a scatenare una volta di più l'amarezza e lo sconcerto della Pro Gorizia. In una situazione del tutto analoga al rigore appena assegnato, con contatto su D’Alesio, l’arbitro ha fatto proseguire.
«Gli errori, le sviste o le decisioni controverse, l'ho sempre detto e sempre lo sosterrò, fanno parte del gioco, possono capitare perché come sbagliano i giocatori anche un arbitro può sbagliare - dice il direttore sportivo della Pro Gorizia, Maurizio Inglese -. Altra cosa, però, è il metro di giudizio. Che non può cambiare da un episodio all'altro, specie nella stessa partita e con lo stesso arbitro. Il metro di valutazione deve essere uguale per tutti. E allora mi chiedo come mai a noi è stato fischiato contro un rigore che a mio giudizio in effetti c’era, con il nostro giocatore che ha colpito la palla, ma anche l'avversario, ma poco dopo al contrario non è stato fischiato il penalty a noi, in una situazione del tutto identica». Ancora, Inglese parla di metro di giudizio differente nel corso di tutta la gara, con tanti piccoli episodi, falli o calci di punizione giudicati in modo diverso nell'arco dei novanta minuti. «Sono cose importanti, che alla lunga determinano i risultati», precisa Inglese.
Al di là degli episodi, comunque, la Pro Gorizia ha giocato a Trieste un’ottima partita. Per quasi settanta minuti ha tenuto in mano il pallino del gioco, calando solo alla distanza. «Nel finale abbiamo pagato la stanchezza, visto che continuiamo ad essere in emergenza e giocano quasi sempre gli stessi ragazzi - spiega Inglese -. Inoltre ci mancano un po’ di cattiveria e cinismo davanti alla porta, perché potremmo concretizzare molto di più di come facciamo».
Intanto, però, pian piano l'infermeria della Pro dovrebbe iniziare a svuotarsi, e già domani sera alle 20.30 a Porcia, per i quarti di finale di Coppa Italia, Coceani potrebbe magari riuscire a schierare per qualche minuto il rientrante Pillon. Con lui, là davanti, aumenteranno peso e pericolosità dei biancoazzurri.
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