Riosa non fischia più Smette dopo 21 anni
TRIESTE. Una vita dedicata al basket, una carriera lunga e apprezzata conclusasi qualche settimana fa con la direzione di Mantova-Casalpusterlengo, gara che ha sancito la promozione dei padroni di casa nel prossimo campionato di Legadue Gold. Pierantonio Riosa, uno degli arbitri triestini più conosciuti, stimati e apprezzati non solo in ambito locale, ha chiuso così un percorso lungo e ricco di soddisfazioni cominciato oltre 21 anni fa.
Dal campo, giocatore con la maglia del Santos, all'arbitraggio per restare nell'ambiente e seguire le orme di un cugino famoso come Stefano Cazzaro, un'icona del movimento entrato, nel 2012, nella Hall of Fame del basket italiano. Sfogliando l'album di famiglia, dunque, un predestinato ma certo Riosa ci ha messo del suo perchè, nonostante il fatto di aver comiciato a fischiare molto tardi, ha saputo bruciare le tappe costruendosi una carriera di tutto rispetto. Dalla C1 nel 1994 alla B2 nel 2000 fino alla B d'Eccellenza nel 2002. Una crescita esponenziale dettata anche da una personalità particolarmente indicata per l'arbitraggio. Sempre calmo, moderato e professionale, Riosa si è costruito l'immagine di arbitro capace di dialogare, qualità che gli ha permesso di ricevere stima e apprezzamento da parte di tutte le componenti del basket italiano. La targa ricevuta a Mantova dal presidente di Adecco Gold Claudio Coldebella alla vigilia dell'ultima gara arbitrata ne è la migliore testimonianza.
E adesso? Non sarà facile per Riosa uscire da un ambiente che è stato la sua vita per quasi trent'anni. Un patrimonio di capacità ed esperienza che la federazione dovrebbe trovare il modo di sfruttare anche per il futuro.
Lorenzo Gatto
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