Sant’Andrea senza debiti Una vera palestra di vita
«Abbiamo 270 bravi ragazzi, adesso ci servirebbero altri spazi»

Stretto tra Campi Elisi e Campo Marzio c’è il rione di Sant’Andrea, dove Italo Svevo faceva incontrare, sulla balconata ora di viale Gessi, Emilio ed Angelina , i protagonisti di “Senilità”: vicino , nella prima metà dell’ottocento, nasceva l’omonima Fabbrica Macchine, da cui uscì il primo motore a vapore marino e, più tardi, quelli mitici di Vulcania e Saturnia. Chiuse, per la crisi della cantieristica, nel 1970 ma, ultima testimonianza, è rimasto quell’edificio fatiscente, che ospitava la mensa dell’opificio e che si vede, guardando il mare, dagli spalti del “Massimiliano Starc”, “nipote” di quel campo che sorgeva – ma perpendicolarmente – già nel comprensorio della Fabbrica. «Ci giocavo con le giovanili della Triestina – ricorda Giuseppe Lo Duca, calciatore prima di “inventare” la pallamano triestina - poi con le maglie di Crda ed Arsenale. Ricordo che anche i dipendenti della Fabbrica lo utilizzavano per la loro attività». Anche Michele Di Mauro, classe ‘36, per tutti “Il Mago”, conferma: «Ci andai, dodicenne, per un provino per entrare nelle giovanili della Triestina che ci giocavano. Più sotto, c’era anche una palestra dove si allenavano i pugili».
Le questione
del campo
Oggi è il campo del Sant’Andrea, nato nel 1946 che dovrà aspettare più di cinquant’anni per avere un impianto suo: «Fu inaugurato – racconta il vicepresidente Franco Mucchino – nel dicembre 2000: il fondo era in terra rossa e quando saliva il vento, salivano anche le proteste delle casalinghe che mettevano ad asciugare il bucato. Nel 2003 fu rifatto, ma ancora in terra e, finalmente, nel 2006 arrivò il sintetico». Il Sant’Andrea aveva la sede in una stanzetta dii villa Haggiconsta, nel cui parco c’era un campetto dove sgambettavano i pulcini: «Si allenavano – ricorda Luciano Palcic, in società dal ‘93 - anche sull’asfalto dell’oratorio Santa Rita in via Franca, perché altri spazi non c’erano». Storicamente, la società ha vissuto due epoche: la prima si esaurì per le difficoltà economiche e per la mancanza di dirigenti, la seconda ripartì dal 2001. Luciano Favretto, ufficialmente responsabile del campo, tanto che hanno intitolato “Villa Favretto” il suo container-ufficio , è la memoria storica del sodalizio: «Nel mese di luglio – racconta – ci fu la fusione tra le tre società rionali esistenti, il San Vito di Zemanek e Vascotto, il Campi Elisi e noi: l’assemblea che la determinò fu, per esser buoni, al calor bianco, ma alla fine si realizzò». A metà degli anni ‘80, la società ebbe in concessione il campo del Villaggio del Fanciullo: « Lo avevamo sistemato noi – ricorda Mucchino - e portavamo i ragazzi, dalla sede all’altipiano, con un pullman avuto in regalo, già utilizzato come scuola bus durante il terremoto del Friuli».
Il settore
giovanile
Oggi il parco giocatori, nelle varie categorie, è di 270 elementi: «Tutta la nostra attività – precisa Gennaro D’Acunto, responsabile nel direttivo del settore giovanile – si svolge su questo impianto costruito con due soli spogliatoi e i servizi. Tutto il resto ce lo siamo inventato con dei container, ovviamente a spese nostre, tutto assolutamente a norma, altrimenti sarebbe impossibile fare attività». Aggiunge il vicepresidente Mucchino: «Vorrei sottolineare che al Sant’Andrea non ci sono rimborsi o premi partita, a parte, per la prima squadra, la pizza ogni dieci punti conquistati e la spaghettata del venerdì nel sottotribuna». Nel 2010, dopo una retrocessione, l’allora presidente Roberto Marion – che ha di fatto, con ottimi risultati, lanciato il nuovo corso – decise di rifare completamente la squadra che, in quattro stagioni, vinse tre campionati e arrivò in Promozione. Ha invece festeggiato il primo anno di presidenza Guglielmo Zingone: «Sono entrato nella società – dice – come genitore nel 2008. Ho dei collaboratori che sanno camminare bene con le loro gambe e siamo una società, ci tengo a sottolinearlo, dove il presidente non decide da solo, ma assieme al direttivo».
Progetti
futuri
Tradizionale sul campo, la presenza degli “Amici del lunedì”: «Ci divertiamo ancora – dice Fabio Gerbini, promotore del gruppo – malgrado l’età. Il Sant’Andrea? E’ una società sana, senza debiti, che lavora bene: forse non produce campioni ma certamente bravi ragazzi che diventano bravi uomini». Un campo che sta lavorando da dodici anni: «Il prossimo anno – ricorda Mucchino – dovrà essere rifatto: siamo sul tetto del garage, in fase di costruzione fu tenuto conto di ogni dettaglio tecnico per l’omologazione, per cui speriamo non sorgano problemi. Certo che avremmo bisogno di spazio: ce ne sarebbe, oltre il muro di cinta, davanti alla palestra di via Locchi. Abbiamo dato al Comune un progetto per un campo a cinque e due spazi polifunzionali. Sarebbe oro colato, chissà che nel 2019 non ci siano le condizioni per andare avanti”.
©RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo
Leggi anche
Video