Schwazer sogna i Giochi ma rischia altre accuse

Progetta un clamoroso ritorno a Rio 2016, intanto dovrà comparire davanti alla Procura antidoping
Former Olympic walk champion, Alex Schwazer, at National Anti-Doping Tribunal in Rome, Italy, 23 April 2013. ANSA/ALESSANDRO DI MEO
Former Olympic walk champion, Alex Schwazer, at National Anti-Doping Tribunal in Rome, Italy, 23 April 2013. ANSA/ALESSANDRO DI MEO

BOLZANO. Alex Schwazer vuole uscire dall'incubo dell'inchiesta doping, che ormai dura da due anni, e sogna un ritorno alle gare e la partecipazione ai Giochi olimpici di Rio 2016. Per realizzare questo sogno l' (ex) marciatore deve però superare forti ostacoli lungo la strada che passa per la giustizia sportiva, come anche per quella ordinaria.

Nei prossimi giorni dovrà, infatti, rispondere davanti alla Procura antidoping del Coni in merito a due nuove presunte violazioni al codice Wada. Per evitare invece l'ormai imminente apertura di un processo penale, chiederà la messa alla prova con l'affidamento ai servizi sociali. «Alex ha sofferto molto per l'errore commesso e ha pagato un prezzo sproporzionato in confronto ad altri peccatori», dice il suo legale, l'avv. Gerhard Brandstaetter. Il 6 agosto di due anni fa in una affollatissima conferenza stampa a Bolzano, dopo essere stato escluso da Londra 2012 per Epo, aveva sentenziato in lacrime: «Ho sbagliato. La mia carriera è finita».

Ora Schwazer, che studia a Innsbruck, torna sui suoi passi. «Si allena ed è in ottime condizioni fisiche», conferma Brandstaetter. L'altoatesino vorrebbe chiudere il triste capitolo del doping, ma la parola fine non è stata ancora scritta. Intanto deve fronteggiare il nuovo fascicolo aperto nei suoi confronti dalla Procura antidoping del Coni, in seguito agli sviluppi dell'inchiesta della Procura di Bolzano. Il marciatore azzurro, già squalificato per 3 anni e mezzo per Epo, il 20 novembre a Roma dovrà rispondere a due nuove accuse degli inquirenti sportivi. Se dovesse essere deferito per entrambe, rischierebbe fino a 4 anni di stop supplementare. Anche l'inchiesta penale è ormai alle battute finali, è una questione di alcuni giorni. Il pm Giancarlo Bramante, che coordina l'inchiesta, è in attesa di una memoria della Wada per poter poi procedere al rinvio diretto, con il quale si salta il passaggio davanti al gup. La difesa sembra intenzionata a chiedere la sospensione del procedimento con messa alla prova, introdotta dal legislatore solo pochi mesi fa.Come precisano però gli inquirenti, i reati contestati riguardano un arco di tempo ben più ampio di quello della vigilia di Londra 2012, l'unico periodo per il quale Schwazer finora ha ammesso l'uso di sostanze dopanti. La Federatletica, da parte sua, non commenta ufficialmente l'ipotesi di un ritorno alle gare, se tutto si dovesse esaurire con la fine della squalifica in corso. Fonti Fidal, però, sottolineano che, dall'ottobre 2013, è entrata in vigore la Carta etica: quest'ultima prevede che «chiunque incorra in squalifiche pari o superiori ai due anni, sulla base delle attuali normative antidoping, perde, da quel momento, il diritto a vestire la maglia azzurra, simbolo sportivo dell'Italia».

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