Sonia Bergamasco diventa un mostro per interpretare la Regina Madre

Forse, sullo schermo, non si era mai trasformata così tanto. Nel film di Roberta Torre “Riccardo va all’inferno”, reinterpretazione dark del “Riccardo III” di Shakespeare in forma di musical, Sonia Bergamasco interpreta la terribile Regina Madre, con unghie affilate e mascherone di trucco che la invecchia (sullo schermo è la mamma di Massimo Ranieri) e la rende mostruosamente irriconoscibile. Il 7 luglio arriverà a Trieste per accompagnare “Riccardo va all’inferno” come evento di chiusura del festival ShorTS, alle ore 22 al Cinema Ariston, ma nei mesi scorsi l’abbiamo vista anche in panni completamente diversi: quelli di Luce, radical chic di sinistra, tutta grandi ideali ma «completamente distaccata dalla realtà», nella commedia di Riccardo Milani “Come un gatto in tangenziale”. In tv è anche Livia, la fidanzata storica di “Il commissario Montalbano”, e in teatro sta per tornare col suo spettacolo “L’uomo seme”, più un monologo specialissimo, per spettatori dotati di auricolari, davanti al Cenacolo di Leonardo. Da “La meglio gioventù”, il film che 2003 l’ha resa celebre al grande pubblico, Sonia non si è più fermata.
Come nasce la Regina Madre, così sopra le righe?
«La prima domanda che ho posto alla regista è stata: perché hai scelto me e non un’attrice più vicina per età? Roberta Torre aveva un’idea eversiva: lavorare sulla maschera, cosa rarissima al cinema. Indosso una maschera su viso collo e mani, sono una sorta di mostro. Non cercavamo un invecchiamento realistico, ma un’idea di figura femminile che non accetta la sua decadenza: una plastificazione che è ancora più mostruosa. Era un bel rischio, ma sapevo che ne sarebbe valsa la pena».
Lei ha aderito a Dissenso Comune, il moviemento di artiste che si batte contro la discriminazione femminile. Ma il ruolo della donna nello spettacolo sta davvero cambiando?
«È faticoso, è un percorso lungo che è sicuramente iniziato, anche appoggiandosi a tutto quello che già è stato fatto dal movimento femminile e femminista in Italiae» —
Riproduzione riservata © Il Piccolo