Strapotere Inter a Torino E i granata finiscono sotto una pioggia di gol
torino. Sotto la pioggia, le lacrime sono granata e il bottino nerazzurro. Il Toro cade e il rumore dei suoi tacchetti che affondano nel fango è fortissimo: a cadere, infatti, è anche l’illusione che contro le grandi, o aspiranti tali, qualcosa possa ricordare la passata stagione e non il limbo attuale. Atalanta, Milan, Napoli, Juve: al di là dei singoli verdetti, in altalena, i ragazzi di Mazzarri avevano opposto la giusta resistenza. Ieri, no e l’Inter ha fatto sua la contesa con il minimo sforzo perché minima è stata l’opposizione del Toro. Piange il Toro, fa festa Conte. L’ex ct, e tecnico bianconero, centra la settima vittoria su sette trasferte in campionato e l’unico pensiero gli arriva dal ko di Barella: mercoledì c’è la Champions a Praga e Sensi resta in dubbio.
Un Toro già acciaccato perde il suo trascinatore in un lampo: Belotti cade male, malissimo a terra dopo un contrasto in quota a metà campo e, di fatto, getta la spugna. Il capitano granata esce di scena dopo poco più di 5’ e lascia un ring a lui congeniale per colpa di un problema all’anca sinistra che lo costringerà alla corsa in ospedale. Accade tutto, o quasi, in quei momenti perché mentre Zaza sta per entrare ecco che l’Inter mette la freccia: il Toro è in 10 quando Martinez si beve in velocità Izzo e Nkoulou, ma il gol dell’attaccante sudamericano arriva non per l’inferiorità numerica momentanea, ma per lo stato di confusione in cui si fanno trovare i ragazzi di Mazzarri. La gara si spezza, l’equilibrio no. Nel pantano, Ansaldi e soci lottano, almeno ci provano: Verdi va a un soffio dal primo acuto della sua nuova avventura, poco dopo De Vrij raddoppia approfittando di una nuova amnesia difensiva perché, stavolta, a dimenticarsi di marcare il difensore olandese è il distratto Meité.
L’Inter scappa due volte e sembra farlo senza accorgersene: troppo slegato è il Toro là in mezzo dove, a turno, i nerazzurri hanno tutto il tempo di pensare, avanzare, innescare la linea d’attacco. Brozovic gode di una libertà senza logica, Barella, prima di farsi male, anche e Vecino non è mai pressato visto che il pressing granata non è sincronizzato. C’è spazio per qualche, timido, affondo dei ragazzi di casa e per qualche ripartenza interista: al termine di una di queste cade il terzo sigillo firmato Lukaku.
I nerazzurri si rimettono sulla scia dei primi della classe rispondendo al successo della Juve. Per il Toro comincia un’altra settimana di passione. La squadra è uscita dal “Grande Torino” scortata da fischi e cori. Bersaglio più colpito il presidente Cairo invitato ad andarsene. —
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