Trecento ciclisti hanno sposato la Randonnée

TRIESTE. Un'edizione positiva con lo sguardo già proiettato al prossimo anno. Lo scorso 15 Aprile è andata in scena la 6° Edizione della “Randonnéè della Giulia”, evento di successo targato Alabarda Bike.
Sulle strade della nostra regione hanno pedalato 300 ciclisti che hanno sposato ancora una volta con piena convinzione il concetto di Randonnée che vuole essere un pedalare senza l'assillo del cronometro per scoprire scorci ed aree dei territori poco frequentati e sconosciuti ai più, sempre nel rispetto dell'ambiente e del codice della strada. I partecipanti alla corsa che toccava Trieste, Gorizia, il Collio, Cividale, le Valli del Natisone, il Carso italiano e sloveno, provenivano non solo dalla nostra regione e dal vicino Veneto ma anche dalla Campania, Piemonte, Svizzera, solo per citare i territori maggiormente rappresentati.
Il presidente della società organizzatrice Sandro Canonici prima di tracciare un bilancio della manifestazione ha voluto ringraziare tutti i volontari che hanno organizzato i ristori ed il Club di T-Max, affiliato all'officina “Pianeta Moto” che ha svolto al meglio il ruolo di scorta tecnica.
« Sono soddisfatto della buona riuscita della Randonnée. Il prossimo anno speriamo di riuscire a coinvolgere maggiormente i ciclisti nostrani la cui presenza il 15 aprile non ha rispettato le attese». Lo stesso Canonici ci ha accompagnato verso l'edizione 2019 della “Randonnée della Giulia” svelandoci novità e obiettivi.
La prova di 310km, che ha debuttato quest'anno, sarà valida come prova di qualifica per la leggendaria Parigi-Brest-Parigi, una delle più celebri Randonnée europee che si tiene, a cadenza quadriennale, sulla distanza di 1200km. Inoltre speriamo di raggiungere l'ambizioso obiettivo dei 500 iscritti.
Per riuscire nell'intento il percorso sarà disegnato, come di consueto, su un percorso differente rispetto all'anno precedente e la tracciatura della prova più lunga sarà più filante e meno insidiosa altimetricamente per rednerla alla portata di tutti.
Emanuele Deste
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